2003 gennaio 20 La salute

2003 Gennaio 20 – La salute

Gregorio I deve essere stato un grande papa, infatti lo chiamarono Magno. Si adoperò a convertire i
Longobardi e fu lui a dettare ai cristiani l’elenco dei sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria,
invidia, gola, ira e accidia.
Superbi, avari e invidiosi continuino pure ad andare dritti all’inferno, ben gli sta. I lussuriosi
meriterebbero a mio parere tutte le attenuanti generiche. L’ira è stata riabilitata da Vittorio Sgarbi.
Gli accidiosi andrebbero abbandonati al loro svogliato destino esistenziale: quale pena può essere
peggiore di una vita indolente?
Assolverei invece la gola, piacere capitale e, al massimo, vizio veniale. Solidarizzo perciò con quei
cuochi e intellettuali francesi che – a quindici secoli di distanza – si apprestano a chiedere al Papa
di togliere questo presunto vizio dalla peccaminosa lista del suo predecessore Gregorio Magno. Se
l’ingordigia danna il corpo, la gola assolve l’anima .
Solo che oggi diventa sempre più complicato trovare la misura nel mangiare mentre i menù sono
sempre più obesi ma le diete sempre più anoressiche. Una volta, nell’Italia povera, per fare un
complimento ad un bambino si diceva: ”Guarda che bello grasso”; adesso si rischia la denuncia per
ingiuria da parte della mamma.
Le diete hanno oramai la stessa cadenza degli oroscopi: quotidiana. Un “mitragliamento” lo ha
definito una esperta di nutrizione su “Repubblica”.
L’ultimissima raffica dagli Stati Uniti getta nello sconcerto e nello sconforto. Anche perché la
ricerca è seria ( Scuola di salute pubblica di Harvard) e la fonte altrettanto affidabile (il settimanale
americano Newsweek).
Per il nostro presunto bene, la nuova ricetta elimina in un colpo solo dalla tavola pane, pasta, riso e
patate! Più che una dieta, ricorda l’eutanasia.
E’ impossibile prenderla in considerazione. Il pane ci fa perfino pregare, dacci oggi il nostro pane
quotidiano. Il riso nutre e tiene in linea più di un miliardo di persone, per non parlare degli
edificanti “risi e bisi”. La pasta è il sole mediterraneo nel piatto. La patata non si mangia, si ama;
resta un’ancestrale assicurazione contro la fame: a Giuseppe Mazzini piaceva alla parmigiana.
Non bastasse, una valente studiosa italiana aggiunge adesso che anche cappuccino e brioche fanno
malissimo. Se i vizi sono questi, meglio l’inferno che l’astinenza.