2004 agosto 16 – Olimpiadi di Atene

Così si fa l’oro zecchino. Girando e rigirando per più di duecento chilometri ai piedi del solenne
Partenone senza degnarlo, lassù, neanche di uno sguardo obliquo; e solo sul traguardo lanciare
occhi e braccia in alto per riassumere il meglio di una vita da ciclista. Così ha fatto a trent’anni
Paolo Bettini di Cecina, con il provvidenziale effetto di liberarci per sempre delle immagini della
sfilata degli italiani in mondovisione. Non sembrava una squadra né assomigliava a un gruppo.
Ricordava l’eterno innocuo Strapaese non un Paese. Alle spalle dell’impeccabile alfiere Yuri
Chechi, bighellonava una cosa senza forma di troppi goliardi a spasso e di spiritosi per forza, di
gigioni provinciali e di pavoni della simpatia in offerta speciale al pubblico, tutto fuorché una
delegazione con due dita di compostezza. Peccato perché poi in gara sfilano benissimo, come
Bettini.