2004 novembre 1 Campionato
2004 novembre 1 – Campionato
Nelle lettere scritte a un figlio per farne un gentiluomo, un lord gli dice chiaro e tondo che
giudicherà le sue doti da come saprà parlare perché anche l’ingegno deve essere aggraziato. Se
tenessero conto di questo consiglio molto inglese, gli allenatori parlerebbero con più attenzione,
camperebbero meglio e, alla vigilia delle partite, si risparmierebbero dichiarazioni che il campo
puntualmente irride.
Perfino il rugby, sport assai meno smargiasso del calcio, ci casca con declamazioni che non stanno
né in cielo né in terra. ”Stupiremo il mondo” aveva preannunciato l’impavido tecnico dell’Italia
prima di vedersela, udite udite, con gli All Blacks neozelandesi che nel rugby mondiale sono un po’
quello che era il Grande Torino per il calcio italiano. Leggende, si è soliti chiamarle. Infatti,
abbiamo stupito il mondo ma come scolari di fronte a maestri in cattedra dal primo all’ultimo
minuto.
Roberto Mancini ha invece imparato qualcosa dalle lettere di lord Chesterfield. Prima di partire per
Cagliari con la sua Inter paranormale, che né vince né perde, il tecnico aveva finalmente dimostrato
un’oncia di pudore:” Vogliamo vincere, è ovvio, ma è meglio non dirlo.” Ecco, tanto vale non dirlo
mai dato che anche il 3-3 di ieri ha un retrogusto ambiguo, doppio, obliquo; un pareggio da
illusionisti dopo un’atmosfera da ultima spiaggia, le ventose raffiche gol di Martins e la cappa di
piombo della difesa.
L’Inter piace un sacco agli avversari, che un pareggio se lo vedono sempre assicurato. Nel
frattempo il campionato cammina che è un piacere, nonostante gli stadi fatichino ad attirare
pubblico , nonostante il fantasma del doping e a dispetto del pianto sullo stress da troppe partite.
Si sa da una vita che il calcio sta diventando sempre più televisivo, da stadio in casa. Non trovo
stupefacente che, in aggiunta, risenta della crisi dei consumi come ogni altro divertimento dalle
discoteche al cinema. Con meno denaro in tasca, gli stratosferici prezzi ai botteghini diventano
ancora più proibitivi.
Tutta un’altra faccenda il doping che il tecnico meno ipocrita d’Italia, Zeman, continua a indicare
come un germe resistente e segreto, rischioso per l’uomo calciatore prima che per il calciatore
farmaceutico. Ce ne fossero altri come Zeman! Anche perché basterebbe attenersi militarmente alla
definizione del Cio,comitato olimpico internazionale:”E’ doping tutto quello che viene usato a
scopo non terapeutico”. Stop.
Da ultimo, suppongo che il presunto super stress da troppe partite venga usato come alterno alibi da
più di un allenatore. L’ultimo della serie è Novellino, tanto bravo quanto dimentico che la sua
Sampdoria perse una di fila all’altra le prime tre partite di campionato, quando lo stress valeva
come il due di coppe.
Resta il campo, signori, dura legge ma legge. Che giochi nella fungaia di Lecce o domani, chissà,
sui nuovissimi campi sintetici permessi dall’Uefa, la Juve non molla nemmeno se la paghi. Il Milan
prolunga l’ assestamento che neanche Silvio Berlusconi, quarto uomo più ricco al mondo,
riuscirebbe ad abbreviare.
I miracoli sono altri e non mi si dica, per favore, che è campanilismo da Nordest. Basta dare
un’occhiata alla classifica e cercare l’Udinese e il Chievo. Altro che stress, questa è bravura, la
prova che il lavoro, l’organizzazione e il puntiglio di squadra possono tutto.