Redazione Sportiva – La grande lezione lasciata dal “nostro Capo” (2005)

La grande lezione lasciata dal “nostro Capo” La tua Redazione Sportiva

Cinque campionati del mondo di calcio, quattro Olimpiadi, per sedici anni capo dei servizi sportividi questo giornale, poi per dodici direttore. Ma per noi non era il Direttore, era il capo, il nostropersonalissimo Capo. E mai lo chiamammo in modo diverso.Giorgio Lago capo dello sport è stato, per noi, nel senso di tutti coloro che si sono succeduti nella redazione sportiva, un grosso guaio: impossibile da eguagliare, inimitabile nello scrivere,inarrivabile nella sua capacità di entrare nei problemi, macro e micro che fossero.E’ stato il “padrone” incontrastato dello sport veneto e friulano, ha “gestito” dalle colonne del giornale Federazioni, Arbitri, Società, Movimenti con la forza delle idee, con trasparenza, con eticità komeinista, senza compromessi di comodo, ma gentile, mai supponente, tanto meno arrogante. Il suo unico obiettivo era quello di portare il nostro movimento sportivo in testa ai valori nazionali: ed allora eccolo misurare il numero di impianti sportivi, di tesserati, di partecipanti per dimostrare che il movimento veneto-friulano era davvero il primo in Italia. Ci si imbarcava in battaglie furibonde per Zico all’Udinese contro quel Palazzo romano che non voleva. Battaglia vinta e furono anni memorabili per il calcio friulano che imparò a rialzare la testa con i risultati che ancora oggi vediamo e tocchiamo con mano. L’Udinese dei Pozzo nei piani nobili della classifica è un po’ anche figlia sua. Ha sempre sposato le idee delle persone per bene. Guarda Sergio Campana, ancora oggi nostro opinionista di prestigio; guarda Enzo Bearzot, ancora oggi legato al ricordo del suo incondizionato appoggio al tempo del Mondiale di Spagna, mentre altri pescavano in un torbido che non c’era, con tanto di storie da giornale a luci rosse. Certo, era anche capace di sostenere che il vicentino Lovison valeva il Kempes argentino campione del mondo nel ’78. O che Pasa poteva eguagliare il miglior Zico…Ma era anche capace di riderci sopra, visto che era anche il primo a non prendersi mai troppo sul serio. I “suoi” giornalisti sono stati tutti lanciati al vertice delle loro specializzazioni. Non per niente dalle file della sua redazione sportiva sono usciti capiredattori centrali, inviati di grandi quotidiani, il maggior esperto italiano di rugby e molti altri ancora. E sempre pieni di entusiasmo, quei “ragazzi di Lago”, proprio come il Capo.

E per tutti noi che giriamo sui campi di gara, ancora oggi il Gazzettino è Giorgio Lago, nonostante siano quasi dieci anni che Giorgio non è più il nostro Capo. Ma solo per contratto, la sua grande lezione è e rimarrà sempre dentro di noi. Una grande lezione di dignità professionale e umana. Di coraggio. Di serietà. Di rigore. Di estrema attenzione per i lettori. Grazie Capo.