Ignoto – Un Veneto a testa alta fatto con il fil di ferro (2010)

“Un veneto a testa alta fatto con il fil di ferro”

“Giorgio Lago era l’antitesi dello stereotipo dei veneti incarnato anni fa dallo spot di una nota ditta
di olio che faceva parlare in veneto una domestica di colore. Veneti come servi… Invece lui andava a
testa alta, con bella presenza, una retorica studiata nelle parole, sapeva giocare anche sulla voce.
Non si piegava davanti a nessuno, era un interlocutore per tutti”.
Non c’è spazio solo per le idee, ma anche per il ricordo personale, in chi ha conosciuto e lavorato
con il direttore del “Gazzettino” e con l’editorialista. Ma se Ilvo Diamanti ne sottolinea la diversità
rispetto all’iconografia della gente della nostra terra, Ezio Mauro, direttore di “La Repubblica”,
rammenta l’impressione fortissima avuta dopo il primo incontro: “Quello è un uomo fatto con il fil
di ferro, non è mai stato un intellettuale rassegnato e mi ha stupito che Gianni De Michelis lo abbia
definito un liberale di destra. Al contrario, ha seguito il cambiamento possibile, ha capito che una
geografia poteva inventare una storia e una politica nuova. Voleva che il Nordest parlasse all’Italia e
per farlo ha preso la gente per le orecchie, ha dato una missione agli imprenditori dicendo loro di
mettersi in rete con il potere politico”.
Davanti alla platea riunita al Palazzo del Bo ( tra gli altri la moglie Emina Chiavacci Lago, Carlo
Caracciolo del gruppo “Repubblica” e Mario Bertolissi, presidente de “Il Gazzettino”) ha parlato
anche il figlio Francesco. A nome della famiglia ha confermato di voler mettere a disposizione del
Centro Studi universitario intitolato a Giorgio Lago i documenti del padre, ricordando come egli
avesse scritto: “Il nuovo petrolio sarà il sapere”. E ha aggiunto: “Aveva un amore viscerale per il
territorio e non ha mai ceduto alla tentazione di arrendersi di fronte all’immobilità di questo
sistema”. Ha citato un editoriale del ’94, quando era ancora direttore de “Il Gazzettino”, dal titolo
eloquente: “Gli impazienti becchini del fenomeno Nordest”. E ha concluso: “Mio padre
scommetteva sul Nordest, non sul suo requiem”.
Quasi commosso il ricordo finale di Mario Carraro, l’imprenditore padovano che diede vita a un
progetto Nordest: “Giorgio Lago voleva modernizzare il paese attraverso il Nordest. Se gli avessero
dato ascolto…”.