Sergio Campana – Ricordo di Giorgio Lago
Sergio Campana – Avvocato – Fondatore dell’ Associazione Italiana Calciatori
Giorgio Lago era un amico vero, una persona che, dopo averla conosciuta, la stimi, l’apprezzi, l’ammiri e cerchi di frequentarla il più possibile. Un giorno di tanti anni fa, degli amici ci hanno presentato in una trattoria di Crespano del Grappa ed abbiamo subito capito che ci legava una passione per lo sport e per il calcio in particolare. Giorgio mi confessò che voleva fare il giornalista sportivo ed allora, un po’ scherzando, lo invitavo a vedere qualche partita del Vicenza di cui ero stato calciatore per tanti anni. E allora, sentendomi più esperto di lui, gli spiegavo quale fosse quel tipo di gioco, quali fossero le scelte dell’allenatore, perché quell’attaccante avesse sbagliato un gol. Ci sentivamo spesso, anche quando lavorava a Milano, e d’estate ci vedevamo praticamente tutti i giorni perché avevamo le abitazioni vicine, in villeggiatura a Gallio, sull’altopiano di Asiago. Conoscevo bene sua moglie e i suoi figli, mentre lui conobbe mia moglie a cominciare dal giorno in cui lo aiutò per mezza giornata a liberare il suo appartamento da una inondazione prodotta da un rubinetto rimasto aperto per ore. Quando non ci vedevamo, Giorgio mi telefonava spesso specialmente per conoscere le vicende che mi vedevano da protagonista essendo stato nominato Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. In quella veste proclamai il primo sciopero della storia dell’AIC, poi ritirato per aver ottenuto il riconoscimento di un diritto dei calciatori da tempo richiesto. Giorgio dedicò una pagina intera alla vicenda e nell’intervista che mi fece, cercò di capire tutti gli orientamenti, anche i più riservati, del nostro percorso. Quando tornava da Milano, ci davamo appuntamento quasi tutte le settimane al Ristorante da Rino Fior a Castelfranco, dove ci raccontavamo praticamente tutti gli episodi che caratterizzavano il nostro lavoro. E mi congratulavo con lui per le sue intuizioni, per esempio per la sua simpatica trovata di chiamare Paolo Rossi, protagonista di un Mondiale, “Pablito”. In seguito diventò Direttore de “Il Gazzettino” cui diede un’importanza mai avuta prima e che valorizzò sostenendo con ammirevole continuità il concetto politico-sociale di Nord-Est. Come Direttore, mi propose subito di diventare collaboratore de “Il Gazzettino” con un articolo settimanale sullo sport, specie sul calcio. Non ebbi esitazioni ad accettare l’incarico, che dura da tanti anni e che mi rende orgoglioso e felice. Resta intenso il ricordo di Giorgio, grande amico e persona eccezionale.
di Sergio Campana