1977 dicembre 21 Hanno scoperto la nebbia!
1977 dicembre 21 – Hanno scoperto la nebbia!
A Milano hanno scoperto che esiste la nebbia e se ne sono
scandalizzati. Per la Gazzetta e il Corriere la poco visibile Inter-
Juve è stata una “truffa” al pubblico, non essendo stati sfiorati dal
sospetto che ad almeno il 40% degli spettatori paganti, quelli di
fede bianconera, il gol di Tardelli sarebbe bastato anche se
raccontato da un cantastorie o dipinto sul calcestruzzo di San Siro.
“La stessa cosa – ha onestamente ammesso Sandro Mazzola –
sarebbe accaduta con il pubblico interista se a vincere fosse stata
l’Inter”.
Il calcio è sport di massa, all’aperto. Ha i suoi rischi, che tutti
corrono, pubblico compreso, senza la tutela di un’assicurazione.
Rischio è anche un’invasione di campo e, se si verifica, nessuno la
chiama “truffa”. Eppure, bastano poche persone irresponsabili
(irresponsabili quanto la nebbia) a far cessare in anticipo una
partita, senza che ci sia difesa né legale né di altro genere per chi
ha correttamente assistito: anzi, se tutto funziona, ci scappa la
squalifica dal campo.
La truffa è dolo, comportamento fuori legge. Ma nel caso della
nebbia, ahimè, l’unica legge è il regolamento che chiede all’arbitro
di riuscir a vedere da una porta all’altra del campo, mica da una
porta alla tribuna-stampa! Per le partite internazionali, la visibilità
richiesta è addirittura ridotta della metà essendo sufficiente che
l’arbitro veda dalla metà campo a una porta. Vecchio o sbagliato
che sia, il regolamento tutela la partita prima dello spettacolo.
Averlo scoperto soltanto dopo Inter-Juve è operazione perlomeno
tardiva.
E del resto né i giocatori dell’Inter né quelli della Juve hanno
seriamente chiesto la sospensione all’arbitro Michelotti. Il Milan
perdeva a Torino e lo 0-0 di San Siro stava benissimo a tutti;
quando poi è arrivato l’1-0 di Tardelli era oramai troppo tardi:
mancavano soltanto sette minuti alla fine e a quel punto l’Inter fu
soltanto capace di una patetica gherminella: quella, poveri noi, di
spegnere l’impianto d’illuminazione. Quando si dice classe…
Insomma, all’alba del ’78 la tribuna-stampa di San Siro ha scoperto
che Milano ha la nebbia e che la nebbia è un reato cui deve
ovviare in quattro e quattr’otto l’arbitro. Invece di applicare il
regolamento cui era
tenuto, Michelotti si sarebbe dovuto
improvvisare neo-legislatore della Federcalcio.
Ma forse la ragione di tanto scandalo, più che da amore per il
pubblico, è determinata dal bellissimo e tepido paese di nascita dei
responsabili della Gazzetta e della rubrica-calcio del Corriere,
entrambi di Napoli. Sotto il cielo di “o’ sole mio”, basta un
pennacchio di vapore sul Vesuvio per fare tempo da lupi;
figuriamoci tra i gelati fantasmi di San Siro.
Scherzi a parte, tornerà la primavera e restituirà con gli interessi il
maltolto di Inter-Juve. In fondo tra gol bislacchi, fasulli, simulati,
rigor-no-rubati e rigorinventati, nel campionato ci sta pure
benissimo l’impalpabile gol di Tardelli: sia pure eseguito tra pochi
intimi, dieci milioni di spettatori e il portiere Bordon l’hanno visto
benissimo. Può bastare, anche perché non è sempre vero il motto
“lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Alla Vecchia Signora
sarebbe andato tutto benissimo anche con visibilità 0. Il cuore
della classifica è di pietra.