1977 maggio 23 La Juventus vince il campionato nonostante un grande Torino
1977 maggio 23 – La Juventus vince il campionato nonostante
un grande Torino
Con 50 gol la Juve ha fatto 51 punti, con 51 gol il Torino ha fatto
50 punti: in questo giochino di cifre si legge la qualità davvero
extra dello scudetto, il numero 17 della storia della Juve. Per
raggiungere in classifica quote del genere, occorre retrocedere nel
tempo fino agli anni del campionato a diciotto squadre. Ieri la Juve
ha vinto lo scudetto e il Torino l’ha perduto, ma la differenza quasi
non si vede: direi che si tratta soltanto di un fatto statistico non
essendoci null’altro che separi i meriti delle due squadre.
Non c’è stato spareggio; non c’è stato il bis; non c’è stato il
prolungamento di fatica per leggere negli occhi a chi fosse rimasta
nei polmoni ancora qualcosa da consumare. Lo spareggio avrebbe
evocato antichi duelli, 90 minuti di faida, rigiocarsi sul prato un
derby che dura ormai da settembre. Personalmente lo avremmo
preferito per senso teatrale, un’ultima occasione dove il calcio si
sarebbe diluito come una pasticca di allucinogeno.
Lo spareggio era in fondo l’unico modo per premiare entrambi, sia
la Juve che il Torino, senza privilegiare nessuno con la banalità di
un punto di differenza. Purtuttavia, c’è qualcosa che la Juve ha
dato in surplus: la Coppa Uefa con il suo lungo rosario di trasferte,
un’apertura internazionale che deve aver aspirato parecchio
ossigeno dai polmoni della Vecchia Signora. Se lo sport, oltre che
in qualità, è anche un appuntamento con la quantità dello sforzo
non c’è dubbio che la Juve ha esaltato oltre ogni sospetto.
Il neo-Gigi Riva del gol è Graziani del Torino ma continua a venire
dalla Juve il prototipo del calciatore moderno: Bettega o della
classe; Bettega o della classe intesa come completezza. Nessun
altro giocatore italiano bazzica quanto lui tutte le zone del campo;
nessuno conosce meglio di lui centro e periferia, area di rigore e
out di quel mappamondo dell’intelligenza che è il gioco collettivo.
Un anno fu Zoff il Mister Juve dello scudetto: ora è Bettega,
mezzosangue veneto cresciuto nella metropoli più operaia d’Italia.
Non riusciamo a sfuggire all’ingenuo culto della personalità anche
se questo è invece il giorno di tutti, dal “tunisino” Gentile al
quattropolmoni Furino, dal panzerfaust Benetti al setter Tardelli,
dal violinista Causio al batterista Boninsegna, un telaio che ha
fatto 17 con una media inglese di rendimento che probabilmente
non sarà più ripetuta: + 6!
Mentre scrivo, un corto flash d’agenzia arriva sul tavolo con un
dato da patiti di “Scommettiamo?”: in tutti i campionati a girone
unico sono stati finora segnati 34.105 gol! Un’autentica, storica
sbornia che ogni volta rivernicia emozioni e protagonisti. In questo
momento rischio di passare per piangina e, prima di stringere la
mano alla Juve, preferisco passare idealmente una mano sulla
spalla del Torino.
Perdere così è perdere un lungo attimo di vita.