1978 maggio 28 Mandi Udinese
1978 maggio 28 – Mandi Udinese
Dall’Argentina i friulani Enzo Bearzot e Dino Zoff
BUENOS AIRES – Nella smagliante hall dello Sheraton ho sentito ieri un
furlanissimo “mandi” di Bearzot a un cugino d’Argentina. ma non è stata la sola
occasione, per il Ct, di riandare indietro, ai ricordi, ai legami, alla terra. Il pretesto è
stata l’Udinese, a un solo punto dalla serie B dopo troppi anni di letargo. Un pretesto
per Bearzot e per Zoff, entrambi friulani, il primo di Ajello in provincia di Udine , il
secondo di Mariano del Friuli in provincia di Gorizia. Qui, a dodicimila chilometri da
casa, ho chiesto a Bearzot e a Zoff di raccontare il loro rapporto con l’Udinese. E’
uscito un profilo inatteso, tormentato in Zoff, carico di rimpianto in Bearzot. In
entrambi, un modo affettuoso di appartenere al Friuli e a ciò che l’Udinese
rappresenta.
Bearzot / Un pubblico costante, da serie A
Io ero della provincia udinese ma, prima di passare all’Inter, cominciai con la Pro
Gorizia. Avrei voluto giocare per la mia città solo che, come tanti altri giovani, le
strutture per assorbire un vero vivaio c’erano allora a Gorizia, non a Udine.
Ciononostante la friulanità è tuttora intensa, tanto che prima o poi vorrei ritornare là,
con gli amici, con le radici, con Diego Meroi, con quella lingua che emargina e nello
stesso tempo unisce. Sono orgoglioso di essere friulano, e vorrei un giorno ritornare,
magari soltanto per riposare in pace.
Sentimento a parte, il Friuli-Venezia Giulia ha due città senza entroterra, Trieste e
Gorizia. Così Udine è il vero centro politico, con una provincia tra le più estese
d’Italia. L’Udinese ha questo retroterra, uno stadio nuovo, un pubblico fedele, la forza
per allevare e conservare i suoi giovani, senza farseli depredare. Il Veneto ha Vicenza,
il Friuli Udine. L’Udinese non ha un pubblico occasionale, ma costante, da serie A, e
deve infatti essere questo l’obbiettivo dell’Udinese. Sanson ha fatto le cose per bene e
Giacomini, che come tecnico mi astengo dal giudicare, è un ragazzo serio, positivo.
Zoff / Un brutto ricordo, tranne che per Bruseschi
Sono del 1942, di Mariano del Friuli, e giocavo nella Marianese. Forse per
interessamento di Comuzzi, ma non ne sono sicuro, passo all’Udinese per 550 mila
lire. Faccio la riserva e la De Martino prima di esordire in A nel ’51 a Firenze dove
becco subito cinque gol. Resto fuori e gioco le ultime partite, contro Juve, Palermo,
Bologna. Retrocediamo e in serie B gioco 36 partite su 38. ma è un’annata balorda.
L’allenatore Eliani andava dicendo che ero un brocco e io, ragazzo, soffrivo per questa
cattiva fama che l’allenatore mi faceva anche al mio paese, sai com’è.
Giocavo male e restai in squadra soltanto perché il presidente Bruseschi aveva sempre
creduto in me, l’unico. Nonostante ciò a fine campionato decisero di svendermi al
Mantova, per 18 milioni. Fu la mia fortuna, l’inizio della mia carriera. A Udine
presero Galassi, giudicato più forte di me per le sette capriole che riusciva a fare in
una parata: retrocessero in serie C.
Dell’Udinese ho perciò un brutto ricordo, a conferma che è molto difficile essere
profeti in patria. Naturalmente sono friulano e ora mi fa molto piacere che la squadra
sia almeno in serie B. Certo, è dovuto arrivare Sanson.