1980 giugno 22 L’assalto, la rimonta, la delusione
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CECOSLOVACCHIA
GOEGH
GAJDUSEK
KOZAK
MASNY
NEHODA
ONDRUS
JURKEMIK
PANENKA
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NO BARMOA
1980 giugno 22 – L’assalto, la rimonta, la delusione
Italia – Cecoslovacchia 9-10 (dopo i rigori)
MARCATORI. 8′ Jurkemik, 72′ Graziani
ITALIA: Zoff, Baresi Giuseppe, Cabrini, Collovati, Gentile, Scirea, Tardelli,
Altobelli, Bettega (84′ Benetti), Causio, Graziani. In panchina: Bellugi, Maldera,
Bordon, Zaccarelli.
CECOSLOVACCHIA: Netolicka, Barmos, Jurkemik, Ondrus, Goegh, Kozak,
Panenka, Masny, Nehoda, Vojacek, Vizek. In panchina: Keketi, Gajdusek,
Stambacher, Pollak e Fiala.
ARBITRO: Linemayer (Austria)
Così i rigori
ITALIA
CAUSIO
ALTOBELLI
BARESI
CABRINI
BENETTI
GRAZIANI
SCIREA
TARDELLI
COLLOVATI
Dall’inviato
NAPOLI – «A dottò – sospira il giovane tassista – bastava un solo giocatore del
Napoli in panchina e lo stadio sarebbe stato pieno! Ma quello non ha preso tra i
quaranta azzurri nemmeno Castellini, che è il miglior portiere italiano dopo Zoff».
«Quello» sarebbe naturalmente Bearzot e la Nazionale, non rendendo nemmeno
simbolico omaggio a S. Gennaro, ottiene pochi spettatori paganti. Tant’è che Artemio
Franchi (come riferisco a parte) ha rivelato prima della partita alcune future
modifiche dell’Uefa alla formula dei campionati.
Si gioca la quarta partita azzurra. Non c’è Romeo Benetti, del quale si era sospettato
il congedo azzurro contro il Belgio. Il blocco-Juve prende una pennellata di
nerazzurro con Baresi-Altobelli, figli dello scudetto dell’Inter e di buon talento
personale.
Il Ct presenta uno strano 4-4-2 dove le punte stabili sono Altobelli-Graziani, mentre
in mezzo funziona una cerniera che, da sinistra a destra, prevede Tardelli, Bettega,
Causio, Baresi. La stranezza è tattica e di etichetta: nel senso che il gioco viene
affidato a un terzino (Baresi), a un centravanti (Bettega), a una finta ala (Causio) e a
un solo centrocampista (Tardelli), fra l’altro più mediano che mezz’ala autentica.
Non date retta a chi racconta di quattro punte, perché non ci sono. Quello dei ruoli è
un po’ il gioco dei bussolotti; non basta avere il numero alto sulla schiena per essere
un attaccante vero: occorre controllare dove gioca. Esempio: al 25’ Graziani crossa
benissimo da destra (lo facesse più spesso mannaggia!), ma a due passi dalla porta
Bettega sfonda calciando nel cosmo, altissimo. Perché il Bob juventino arrivava di
corsa da 50 metri indietro, troppo distante dall’area per dare lucido e puntuale impatto
sull’ultima corsa. Infatti, fa il regista in retrovia.
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Quella di Bettega è una delle tre palle-gol dell’Italia nella prima mezz’ora. Le altre
sono di Altobelli (al 3’, con incornata messa fuori con bravura dal portiere) e di
Graziani (il cui sinistro al 28’ obbliga ad una parata pelosa). Soprattutto verso la
mezz’ora l’Italia bombarda in area avversaria e stringe gli spazi nella loro
centrocampo.
Servirebbero dei tranci da fondo campo, all’indietro e, ahimè, Graziani (all’11’) non
ha saputo scorgere Altobelli e Causio soli come due rondini a due passi dal gol.
L’arbitro austriaco Linemayr, segnalinee di Gonella al Mundial ’78, amministra
agevolmente la partita: l’Italia non sfrutta alcune punizioni preziose.
Di palle-gol la Cecoslovacchia ne ha avute una in tutto (al 17’), quando Zoff è
campione nel fermare il destro dai diciotto metri, angolassimo, di Vizek: Zoff quasi
fatica a rialzarsi da terra, per essersi dovuto eccezionalmente allungare. É un primo
tempo senza acuti, né stecche. Come questo Europeo dell’Italia.
Secondo tempo e gol! Ma dei cecoslovacchi che all’8’ rompono lo 0-0 con una
sassata del terzino Jurkemik che spara di pieno collo destro, all’improvviso,
sollevandosi da terra: una botta da almeno venticinque metri che batte per la prima
volta Zoff agli Europei ’80, all’incrocio dei pali, sulla destra.
Provano dai venti metri anche Tardelli e Graziani, con risultati nulli, soprattutto del
centravanti, che provoca i primi fischi di un pubblico fino a quel punto ben disposto.
Ma proprio Graziani pareggia al 27’ senza saperlo! Perché? Perché, sulla punizione
alta di Causio da sinistra, il centravanti gira le spalle alla porta e colpisce come viene
viene, di nuca, all’indietro che se ci riprova cento volte non segna più. Il centravanti
(ma che cosa pretendeva?!) sta per dedicare un brutto gesto al pubblico e mi pare sia
Bettega a dissuaderlo.
Il tifo rinasce, la partita pure. Al 33’ e 34’ succede di tutto. In mischia l’Italia manca il
2-1 non so come; sul relativo contropiede Zoff fa il miracolo di stoppare Nehoda,
giuntogli tutto solo in area. Bettega si infortuna al ginocchio destro, lo sostituisce
Benetti, a 7 minuti dalla fine. Poi, i rigori, come prevede il regolamento per la
finalina.