1982 novembre 5 I gol sono il suo frac
1982 novembre 5 – I gol sono il suo frac
É richiesto l’abito scuro: Paolo Rossi prima ha segnato due perle nella coppa dei
campioni, poi è volato a Parigi per stringere tra le mani il pallone d’oro di miglior
giocatore del Mundial di Spagna. Il frac di Pablito è il gol.
Ne scaraventò dentro sei in tre partite mondiali; tre di testa e tre di piede. I tre di testa:
angelico con il Brasile, inginocchiato con la Polonia, belluino con la Germania. I tre
di piede: rapinoso con Brasile e Polonia; esplosivo con il Brasile.
Dopo pallori e silenzi, dubbi e rodimenti, Rossi estrasse fuori in Spagna il sillabario
dell’area di rigore, cento modi d’andare a rete nonostante la vigilanza del Gotha degli
stopper d’ogni latitudine. Rossi fu il goleador meno specializzato perché passe-
partout: il mezzo giustifica il gol; la classe del football è virtù che piega ogni ciuffo
d’erba al risultato.
L’altra sera ho guardato alla televisione spezzoni di una Juve che per nerbo rivive
l’età del metallo. Dentro la Juve, Paolo Rossi e i sui confondibilissimi gol: il primo
poteva appartenere un alemanno come Rummenigge, il secondo a un carioca come
Zico.
Il primo. Sullo scatto divaricatore di Boniek, Rossi è salito correndo con la
compostezza di una signora costretta ad accelerare il passo con le gonne strette. Sul
cross del polacco, era in anticipo di falcata e ricuperò con un lieve fuori giri in
frenata, prontissimo a riprendere assetto. Qui apriva il piede destro e toccava di piatto
con precisione, dando al portiere l’ingannevole suggestione di picchiare sodo, in
pieno collo, esattamente dall’altra parte. Il collo è più istintivo, più ad occhi chiusi; il
piatto esige sguardo più aperto, induce meglio alla mira: riesce a chi ha occhio, cuore
e piede freddi.
Il secondo. Uno scatto lungo, a leve più aggressive fin dentro l’area. L’affondo a
destra e, di colpo, la finta sul tronco e una sorta di stop, un passo di tango, verso il
bersaglio, con il pallone calzato dal destro meglio di una scarpa. Un terzino sta ancora
franando, il portiere sbanda a destra inseguendo l’inganno. E Rossi calmo come un
versetto di Trilussa, sorridente come un primo piano di Sidney Rome, solleva riccioli
e sinistro infilando sui rebus di portiere e terzino un confetto di gol.
Due juventini mostravano di attendere il suo passaggio al centro: Rossi ha detto no,
grazie, questo è mio, più sicuro. Sono gol suoi, di Paolo Rossi volato ieri a Parigi con
un frac di cuoio.