1984 Gennaio 9 La Juve campione d’inverno
1984 Gennaio 9 – La Juve campione d’inverno
A sette minuti dalla fine del girone d’andata, il destro ravvicinatissimo di Antonio Di Gennaro, ventiseienne
mezzala di cognome napoletano e di nascita fiorentina , ha battuto la Roma e probabilmente cambiato la
storia del campionato 1984. Alla Juve campione d’inverno, l’1-1 di Verona regala infatti la solida
impressione di aver quasi tolto di mezzo i sempre più malinconici campioni d’Italia di Liedholm. Mai come
ieri lo scudetto ha l’aria di cambiare padrone.
Non è che la Roma abbia giocato male o malissimo. Il brutto è che ha perso per così dire con naturalezza,
come se rientrasse nella norma. Soprattutto in trasferta, la Roma sembra un’altra squadra rispetto alo
scorso campionato. La sua virtù maggiore era di possedere molta personalità, il che le consentiva di
imporre alla lunga il proprio gioco o, per meglio dire, il proprio ritmo. Oggi è una squadra ancora
riconoscibile negli schemi, ma smarrita. Ha detto Liedholm alla fine: “non ci hanno lasciato rallentare il
gioco”. Una sorta di lapide, per dire che il Verona non ha mai lasciato illanguidire il tono della partita.
Liedholm si attendeva di poter prima o poi ballare il fox-trot; Bagnoli ha imposto il rock.
Qualche minuto prima del gol di Di Gennaro dicevo a un collega romano che la Roma mi sembrava una
squadra che stesse giocando con l’orgoglio della ex-grande. E’ il quiz più misterioso dell’annata riuscire a
capire cosa stia succedendo ai campioni da un paio di mesi a questa parte, anche perché non mi pare
minimamente vero che il problema della Roma sia Falcao. Checchè malignino le cronache sulla “dama
bionda”, Falcao è sempre il leader di un tempo, come ha dimostrato anche a Verona, riuscendo a
organizzare la difesa, tessendo i rilanci e andando a concludere almeno due volte a un niente dal gol.
Non fa scalpore la Juve campione d’inverno; ciò che stupisce è questa Roma trasecolata, incapace di
ritrovare sè stessa. A Verona era assente un calibro quale Conti, ma del tutto eccezionalmente erano stati
messi in panchina “per scelta tecnica” anche il regista difensore Di Bartolomei e Nela: segno che lo stesso
Liedholm le sta tentando proprio tutte per togliere quel male opaco, grigio, che da tanta lentezza al gioco e
tanta rassegnazione all’ambiente.
Diciamo la verità, di questo passo andrà a finire che sentiremo tutti un po’ di nostalgia anche per gli eccessi
del tifo romanesco, quando bastava un millimetro di moviola a metter sotto accusa l’intera Repubblica! Con
tre punti in meno della Juve, se togli alla Roma anche la polemica è finita, persino Aldo Biscardi si vedrà
costretto a sbaraccare il suo “Processo” del lunedì.
Il Verona ha ripreso la classifica che si merita, tra il quarto e il quinto posto. Di tanto in tanto leggo in giro di
grandi stupori per i risultati di questa squadra e , francamente, non riesco a capirne la ragione, dato che
mai come nel suo caso la classifica fotografa con precisione il gioco e la preparazione che lo sostiene.
Nonostante l’assenza di Sacchetti, il Verona ha manovrato a lungo e con trame insistite, sfruttando nella
concitazione di Galderisi e nell’ariosità di Fanna la formidabile resistenza psico-ficsica. Se nel campionato
italiano esiste una squadra preparata da cima a fondo, questa è il Verona.
E a dire il vero, il Verona un parente molto prossimo ce l’ha: l’Udinese! Non si possono ricuperare due gol
negli ultimi otto minuti a San Siro se non disponendo di ammirevoli risorse atletiche e psicologiche, capaci
di mandare a rete due ragazzini di nome…Zico (30 anni) e Causio (35). Ci sarebbe da discutere a lungo sulle
differenze che passano tra il football di Verona e di Udinese, ma sul piano del carattere e del ritmo paiono
squadre gemelle. Ecco perché la vittoria del Verona e il pareggio dell’Udinese, contro squadre dl livello di
Roma e Milan, segnalano la grande salute del calcio triveneto.
Se poi, a questi due risultati doverosamente sommiamo l’exploit del Padova a Lecce, non è esagerazione
campanilistica parlare di domenica eccezionale, la prima del 1984.
E davvero un bel cominciare perché tutte e tre le piazze si possono ancora giocare tutto, compreso il
Padova, che persino nei momenti più bui della classifica avevamo definito squadra più che dignitosa,
sicuramente in grado di stare in serie B e di starci senza rossori.
Il calcio non è fatto per i superficiali ed ha anche il pregio di selezionare sempre i migliori. Leggete la
classifica dei goleador della A: in testa Zico e Platini alla pari, poi Paolo Rossi…Chi ha detto che nel calcio è
questione di fortuna?