1986 giugno 11 Mondiali Messico 86. La Corea al mondiale
1986 giugno 11 – Mondiali Messico [La Corea al mondiale]
In bocca a Bruno Pizzul, i rossi di Seul erano tanti incroci tra Rambo e Pelè, però è verissimo: non
sono dei ridolini, anzi. Due gol sono tanti, e uno più bello dell’altro. La dignità dei coreani ispira
simpatia. Picchiano con innocenza: sono seri, tosti, raramente confessano emozioni, in ognuno si
cela un piccolo impenetrabile Budda. Vent’anni dopo non è stata Corea! Quella Caporetto del calcio
nostrano resta saldamente in mano a: Albertosi Landini Facchetti, Guarneri Janich Fogli, Perani
Bulgarelli Mazzola Rivera Barison. Sono gli eroi dell’inaspettato o, per dirla come Mario Soldati,
“dell’inaspettabile”.
In Spagna fu Paolo Rossi, segnò sei volte, più di tutti al Mundial, infatti gli fecero dono di una
scarpa d’oro, da Re Mida del Piede. In Messico è Sandro Altobelli, quattro gol in tre partite: le vere
scuole del football si distinguono perchè, se non funziona il telaio, può provvedere da solo il
campione. Da ieri sera ne sa qualcosa anche la Corea del Sud.
“E’ tutto pelle e ossa” disse il medico dell’Inter il giorno dell’acquisto di Altobelli, perciò
chiamarono “Spillo” quel ciociaro un po’ musone e dinoccolato. Aveva i capelli lisci, se li fece ricci
con la permanente, e ora a Puebla gira con un pizzetto da irredentista.
Quando ha battuto per la prima volta il portiere coreano, non ha fatto una piega: stop di petto,
controllo di sinistro, destro di sotto punta con l’aria del giocatore di golf nemmeno sfiorato da plebei
e peones di uno sport di massa. Lui non lo immagina ma nemmeno Pascal avrebbe scritto con
altrettanto distacco i suoi Pensieri. E adesso, con quatto gol di “Spillo”, l’Italia se la vede con la
Grandeur di Michel Platini. Si può, si può.