1986 novembre 25 Uscire dalla giungla
1986 novembre 25 – Uscire dalla giungla
Quelli dei Tir hanno sempre denunciato il pericolo della cosiddetta «criminalizzazione» e non hanno
torto: anche i sette morti dell’altro ieri, pur «colposi» non consentono di generalizzare affermando che
chiunque conduce un Tir è un killer con patente di uccidere. Esiste un grave problema di sicurezza; il
traffico italiano ricorda il Vietnam; i Comuni speculano sui divieti di sosta mentre le grandi arterie non
conoscono in pratica un’efficace sorveglianza; spesso le strade sono concepite come se nulla fosse
mutato dai tempi delle carrozze; l’indisciplina è una delle specialità più diffuse e non risparmia
nessuno: l’elenco potrebbe continuare, e ce n’è sempre per tutti, non soltanto per i Tir.
Ma oggi sono i Tir a criminalizzare se stessi. Rischia di essere questo l’unico risultato dello sciopero
dei bisonti, celebrato tra intimidazioni, blocchi, picchettaggi, lanci di sassi e di miscele oleose. Ci
mancava anche il morto e si leggono già comunicati di organizzazioni del trasporto su strada che
rivendicano, accanto al diritto di scioperare, il pari diritto di lavorare. Temono infatti lo «scontro».
Anche se non è il Cile, per la sua conformazione l’Italia ha particolarmente bisogno di un trasporto
efficiente e sicuro, non di una giungla dove, contro tutte le leggi dello Stato, dell’economia e soprattutto
del buonsenso, Tir e automobilisti, Tir «buoni» e Tir «cattivi», Tir e governo della circolazione si
schierano per strappare vantaggi di settore più che per risolvere insieme problemi che pensano sia in
termini di sviluppo che in numero di vite umane. Se esiste un bene per definizione collettivo questo è la
strada, ma la cosa non sembra preoccupare nessuno.
L’Italia delle corporazioni non è mai stata tanto potente e cieca.
novembre 1986