1987 novembre 24 Una prova mai così difficile
1987 novembre 24 – Una prova mai così difficile
Jessica, l’atroce conferma dell’autopsia. Oggi i funerali
Lo sciopero è sempre una prova di forza. Questa volta la prova di forza coincide con il massimo di
debolezza del sindacato.
Per uno dei tanti paradossi italiani, il sindacato sciopera contro il governo, ma né governo né sindacato
sono in grado di trattare da posizioni di forza. Il sindacato lamenta il «mutismo» e la «non reattività»
del governo di fronte alla protesta; il governo non poteva che restare con la bocca tappata, occupato
com’era a sanare in qualche modo il primo atto di una crisi cronica.
La fragilità della maggioranza consiglia un sano agnosticismo: se si manca d’iniziativa, non resta che
assorbire. Con tali premesse, il sindacato di dubbi ne ha avuti parecchi sull’utilità dello sciopero
generale, ma li ha superati avendo bisogno di rivendicare un ruolo ai suoi nove milioni di iscritti.
Più che per premere sul governo, il sindacato ritorna alla «lotta» perché ha visto erodersi paurosamente
il suo potere di rappresentanza. Non ha fatto in tempo a leccarsi le ferite dell’unità mandata a pezzi dal
referendum sulla scala mobile che il sindacalismo degli autonomi prima, dei cobas poi, lo ha messo
nella posizione più scomoda della sua storia.
Mentre le insidie dell’economia richiedono la mobilitazione contro gli sprechi, le spese improduttive,
l’evasione fiscale, l’inflazione, il sindacato rischia di non controllare più la base. Il caso di Fiumicino
mette i brividi. Cgil, Cisl e Uil dell’aeroporto hanno risposto no all’invito dei propri dirigenti nazionali
e non hanno sospeso lo sciopero di domenica scorsa. Con quale affidabilità possa il sindaco trattare ora
con il governo è fin troppo facile immaginare.
A Torino il prefetto ha precettato i Cobas dei tranvieri, ma il sindacato confederale – prigioniero del
mito di un’autoregolamentazione saltata da tutte le parti – si trova nel pieno del guado, rifiutando sia la
protesta dei Cobas sia la precettazione. E’ in questo clima di impraticabilità di un serio patto sociale
che cresce la domanda di una regolamentazione per legge del diritto di sciopero.
Non un attentato a una Costituzione mai attuata in materia, ma un’applicazione del suo spirito.
Nello sciopero di domani si fronteggiano due poteri a sovranità limitata, il governo e il sindacato. Se
almeno servisse a testimoniare che si è toccato il fondo e che il Paese ha bisogno dell’esatto contrario:
di un Governo e di un Sindacato credibili.
novembre 1987