1988 agosto 28 “Continuare a riscoprire questa figura stupenda”
1988 agosto 28 – «Continuare a riscoprire questa figura stupenda»
Il convegno a dieci anni dal pontificato di Papa Luciani
Nuove e decisive testimonianze sui 33 giorni del suo pontificato
COLCUMANO DI SANTA GIUSTINA – Poteva essere il più classico dei convegni. Un mare di
parole, altrettanti ricordi, qualche frase ad effetto. Ma così non è stato.
In uno splendido centro di spiritualità dedicato a Papa Luciani (inaugurato pochi giorni fa da Karol
Wojtyla) si sono ritrovate vicine molte persone per dimostrare che non s’è detto tutto di quei 33 giorni
di pontificato, né degli anni che l’hanno preceduto.
Dietro a un tavolo, un cardinale di colore, due vescovi, uno studioso, l’ex segretario dell’allora
Patriarca di Venezia e «l’occhio serenamente laico» (la definizione è sua) del direttore del nostro
giornale, Giorgio Lago. In sala, un altro cardinale, un anziano vescovo, un mare di preti, gli
immancabili politici e (come dire?) un gran numero di tifosi di Giovanni Paolo I.
Prende la parola Gioacchino Muccin, 89 anni, ex vescovo dell’allora diocesi di Feltre e Belluno. Dice:
«Quando percorrevamo assieme un tratto di strada, egli mi andava sempre avanti di qualche passo; lo
faceva inavvertitamente. Io lo guardavo di sotto gli occhiali, lui rallentava in fretta e si metteva al
passo, ma per poco».
Prima di Muccin, il cardinale Bernardin Gantin, “numero 3” del Vaticano (è il prefetto della
congregazione per i vescovi) ha ricordato l’ultimo incontro con Papa Luciani. «Era il 28 settembre del
’78. Dopo non ha più visto nessuno. Penso che in me, figlio dell’Africa, intendesse riservare e palesare
il grande affetto e la fiducia che nutriva per tutte le giovani Chiese. Mi disse: “E’ solo Gesù Cristo che
dobbiamo presentare al mondo. Fuori di questo non avremmo nessuna ragione; non saremmo mai
ascoltati”. I vasti consensi che a dieci anni dalla morte riscuote ancora, sono la riprova che fu
certamente un maestro, molto più fu un testimone. Luciani era riuscito ad incarnare in se stesso il
Concilio, indicandolo ormai come luminoso traguardo per ogni uomo. Per un rinnovamento autentico.
Per la vitalità della Chiesa. Per la crescita, ovunque, della fede».
Don Giorgio Fedalto, ordinario di storia del cristianesimo all’Università di Padova, ha detto che «anche
a Venezia si stava ripetendo quanto era successo a Vittorio Veneto. Luciani amava troppo la Chiesa e il
Papa per non parlarne bene, per non condividerne gioie e dolori. Non si può restare conquistati da
qualche cosa senza – a propria volta – conquistarne, portandone poi le conseguenze. La sua sorte era
già segnata».
Giulio Nicolini, vescovo di Alba, ha aggiunto che «questo pastore universale non è passato come una
meteora, ma è rimasto nel firmamento della Chiesa a illuminare, a incoraggiare, a stimolare, affinchè il
ritmo dei nostri passi sia in sintonia piena con il dinamismo del cammino della Sposa di Cristo».
Per Giorgio Lago la «grande umiltà di Giovanni Paolo I era accompagnata da una grande forza».
Parlando del Luciani giornalista, il nostro direttore ha detto che quello che «si definì anche il “postino
di Dio”, avrebbe potuto tranquillamente dirigere un grande giornale. Era giornalista dalla testa ai piedi.
Diceva di non essere un vescovo aquila (di quelli che planano con documenti magistrali ad alto livello),
né un vescovo usignolo (che canta le lodi del signore in modo meraviglioso), ma solo un vescovo
scricciolo (che sull’ultima rama dell’albero ecclesiale cerca di dire qualche pensiero su temi
vastissimi). Ma questo scricciolo benedetto, appena scendeva dimostrava il suo valore. La sua cultura.
E, paradossalmente, la sua forza».
Un emozionato Mario Senigaglia – già segretario particolare del Papa del sorriso – ha infine descritto la
vita di Giovanni Paolo I. «La sua famiglia e la sua terra, con la sua gente, l’hanno segnato: diventerà il
Pastore della Fede, della Speranza, della Gioia, della Carità».
Il vescovo di Belluno-Feltre, Ducoli, sorride: «Dobbiamo continuare a riscoprire questa figura
stupenda».
Alberto Faustini
agosto 1988