1988 giugno 10 Una vecchia paura
1988 giugno 10 – Una vecchia paura
Ma se non fummo razzisti nemmeno quando tentarono di imporlo, peraltro senza troppa convinzione, le
stesse «leggi razziali» del fascismo, che senso ha riscoprirci prigionieri del pregiudizio proprio oggi
che ci riempiamo tutti la bocca di Europa? Non ha senso, ma dobbiamo domandarcelo, noi veneti per
primi se è vero che alcuni sondaggi d’opinione sembrano individuare il malessere più forte a Nordest e
che alcuni episodi di cronaca nera lasciano intravedere la peste dell’intolleranza. Il Veneto e la
Lombardia sono le regioni più esposte a questo pericolo, ha lamentato l’altra sera il presidente del
Senato Spadolini. Noi non abbiamo complessi: vogliamo discutere ed essere discussi; dobbiamo
distinguere e capire. Né terrorismo né indifferenza, ma coscienza del problema, come ha fatto ieri – con
misura – la popolarissima trasmissione radiofonica del «3131» collegata a Mirano. Assieme al Friuli-
Venezia Giulia, il Veneto fa crescere la comunità di Alpe-Adria, che integra Regioni e sistemi politici
diversissimi. Nell’iniziativa «i giovani incontrano l’Europa», il Veneto rappresenta il 50%
dell’iniziativa nazionale con 265 mila studenti di 79 distretti scolastici. Tutto quanto si sta facendo a
Venezia punta a un ruolo «mondiale», e Trieste lavora per la scienza e Padova elabora per prima una
cultura universitaria dei diritti umani. Questo è il Nordest già dentro l’Europa perché policentrico e
diffuso, attento a spremere il meglio di sé nello scambio delle idee, degli uomini, delle merci. Ma ci
sono un’altra Italia e un altro Nordest che trovano più comoda la separazione, che si sentono più
protetti nel maso chiuso, che confondono l’identità propria con l’avversione per l’altrui cultura, che alla
globalizzazione dell’economia reagiscono con la miniaturizzazione del vivere. Una paura vecchia
prende soprattutto i giovani, quasi che non riuscissero nemmeno loro a tenere la velocità delle
trasformazioni. Qui bisogna posare allora una nuova prima pietra: la solidarietà, più forte
dell’integrazione.
10 giugno 1988