1988 novembre 11 Esempio da imitare anche a Venezia
1988 novembre 11 – Esempio da imitare anche a Venezia…
Soltanto in Italia ogni referendum popolare o diventa un dramma o viene presentato in maniera tanto
cervellotica da suscitare indifferenza. Ancora non siamo né carne né pesce: la democrazia
parlamentare, come nel caso del voto segreto, tenta faticosamente di ritrovare efficienza; la democrazia
diretta dei referendum è considerata una pacchia dai movimenti, un pericolo dai partiti.
Una bella spinta in entrambe le direzioni potrà venire dalle Regioni, a patto che questo fondamentale
istituto, nato tra mille resistenze centraliste, faccia il salto di qualità (amministrativa) e di autonomia
(finanziaria). Le esperienze, pur diversissime tra loro, delle democrazie occidentali – ma ne esistono
altre al mondo? – dimostrano che il sistema si rigenera attraverso il decentramento: più ravvicinato è il
contatto fra cittadini e istituzioni, meglio funziona lo Stato.
Senza forzare sconclusionati paralleli, le elezioni Usa aiutano a capire qualcosa d’interessante anche per
noi. Mentre votavano per il Presidente, gli americani hanno risposto a circa duecento referendum
proposti dagli Stati federali nello stesso giorno, sui più svariati problemi, dal fumo all’Aids, dalle
polizze d’assicurazioni al porto d’armi, dalle scommesse al nucleare. Un grande, immenso fiume di
democrazia diretta; un complesso spettacolo di autogestione del potere proprio nella giornata che
celebrava con Bush-Dukakis il faccia a faccia della repubblica presidenziale.
Persino Venezia può imparare qualcosa. Tra il 15 e il 18 giugno prossimi si voterà per le elezioni
europee; sarebbe opportuno che la Regione Veneto fissasse per lo stesso giorno anche il referendum
con il quale i cittadini del Comune di Venezia potranno proporre di ratificare l’attuale unità
amministrativa o di separare Mestre da Venezia.
Il Veneto risparmierà un paio di miliardi e scoprirà che non ci vogliono dei Rambo per far
politicamente bene due cose alla volta.
novembre 1988