1991 agosto 18 Da Scotti ad Andreotti
Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 18/08/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: ALBANIA *, PROFUGHI, IMMIGRAZIONE
Persone:
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Descrizione:
Titolo: DA SCOTTI AD ANDREOTTI
di Giorgio Lago
L’opinione pubblica non è morta, funziona ancora, disturba il Palazzo. La reazione della gente e dei
giornali all’ipotesi di trattenere gli «irriducibili» albanesi ha pesato enormemente sulla nuova
retromarcia del Governo. Il ministro degli Interni Scotti puntava a dividerli, a censirli con petulanza e a
rimpatriarli, non si sa in che numero e non si sa in quali tempi. L’opinione pubblica gli ha imposto
almeno la stessa fretta e intransigenza dimostrate nei confronti delle migliaia di profughi docilmente
arresisi nei giorni scorsi al rimpatrio. Sul piano internazionale, questa operazione passerà agli archivi
come una furbata, un inganno per liberare lo stadio di Bari «dove – sono parole di Scotti – non
riuscivamo a prenderli» (!). È tuttavia lampante che lo sconcerto popolare ha obbligato il Governo a
uscire dai troppi equivoci nei quali si era cacciato. A guardar bene, sotto la prima pelle, torniamo a
respirare quel po’ di aria fresca messa in circolo dal recente referendum popolare, quando il «sì»
stravinse perché erano più importanti il messaggio dei contenuti, il no alla partitocrazia che i
bizantinismi sulle preferenze del voto. Bisogna tornare al sodo, questa è la lezione, dagli albanesi a
Curcio. Il quale, alla sua maniera irriducibile e ideologica, resta ancora il più coerente di tutti: non
vuole favori umanitari, non recita pentimenti, rivendica una grazia politica, intendendo cioè perdurare
nel ruolo di capo storico dell’antiStato brigatista e trattare politicamente con il Capo dello Stato. Il suo
ragionamento non fa una piega; lo si può e lo si deve respingere, ma merita rispetto. Ciò che diventa
patetica è la grazia concessa in maniche di camicia, buttata con incontinenza istituzionale nel bel mezzo
di un’estate già di per sé torbida e inadatta a una riflessione seria prima che definitiva sul terrorismo.
Noi chiediamo che l’opinione pubblica insista, come ha fatto con gli irriducibili di Tirana.
Costringendo stavolta Andreotti e Martelli a liquidare in carta bollata le insistenze di Cossiga e di
Craxi. Come sempre, è una questione tra democristiani e socialisti, con un’avvertenza per entrambi: gli
italiani hanno ormai la nausea delle soluzioni all’italiana.
agosto 1991