1991 dicembre 7 Referendum, è il momento giusto per firmare
Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 07/12/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: REFERENDUM
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Titolo: REFERENDUM, È IL MOMENTO GIUSTO PER FIRMARE
di Giorgio Lago
Ogni giorno irrompe in prima pagina un’analisi sui nostri guai. L’ultima è del Censis che registra un
po’ ovunque, ma soprattutto in Italia, un momento «decostruttivo»: preziosismo sociologico per dire
che la gente ne ha piene le scatole del sistema politica e desidera cambiare alla svelta. Chi più chi
meno, oggi siamo tutti «decostruttivi». Gli agricoltori dimenticati; i carabinieri sfruttati sempre come
l’ultima truppa; i magistrati alle prese con un codice penale che sembra patrocinato da Cosa Nostra; i
lavoratori sui quali si esercita fino all’osso un fisco altrimenti tollerante; gli imprenditori chiamati alla
concorrenza in Europa con servizi pubblici subeuropei; i cittadini che hanno via via perduto il
collegamento con la rappresentanza politica e che non sanno più come e dove ritrovarla. Altro che
attentato alla Costituzione. Di errori, mattane, forzature, Cossiga ne ha fatti molti, ma se un’accusa in
questo preciso momento gli si deve risparmiare è proprio quella di non essersi fatto interprete dell’unità
nazionale. La stragrande maggioranza degli italiani si dichiara decostruttiva e vuole riformare un
sistema vecchio e squalificato; questa Italia Cossiga la rappresenta benissimo, anzi meglio di chiunque,
tendendo sotto pressione proprio la classe politica che ha il dovere e il potere di fare le riforme ma che
le rinvia per scarso senso storico e per degradato senso dello Stato. Chi attenta alla Costituzione tra il
Cossiga picconatore e il Parlamento che fa mancare il numero legale anche alla Legge Finanziaria? A
Samarcanda, trasmissione sempre utile, lo ha spiegato molto bene il segretario del Pli Altissimo,
replicando a un Occhetto che – per eccesso di zelo a dire il vero un po’ poetico – sembra diventato di
colpo un vecchio professore dell’Italia umbertina impegnato a destra e sinistra in lezioni di pensiero
liberaledemocratico, notoriamente tanto caro a Ingrao, Natta e compagni… Per carità, lasciamo
perdere. E torniamo ad Altissimo, il quale ha detto: «Cossiga è il sismografo, non il terremoto». Cioè,
un Capo dello Stato con il megafono è l’effetto non la causa della crisi. Ma dopo aver decostruito,
occorre ricostruire, questo conta e basta. Per produrre buone leggi e spingere il Parlamento a cambiare,
dobbiamo firmare. Facciamo sapere che abbiamo l’arma del referendum sempre in pugno. Firmiamo.
g.l.
dicembre 1991