1992 dicembre 13 È un voto politico
1992 dicembre 13 – E’ un voto politico
Nulla è più scandaloso della rassegnazione agli scandali. In questo Paese vogliono farci dimenticare
tutto: un gran febbrone e si ricomincia da capo senza andare a fondo dei problemi.
Da mesi il nostro giornale si sta occupando del caso Irpinia, una vergogna nazionale che miscela
dolore, sofferenza, ladri di partito, sciacalli privati, uno scippo senza precedenti di migliaia di miliardi
di denaro pubblico. Cioè dei contribuenti, i quali lavorano e sono tassati perché il bilancio dello Stato
sia il loro bilancio, misura delle risorse della comunità nazionale.
Ne hanno fatte di tutti i colori, da fucilazione, ma non conosciamo ancora la lista delle responsabilità
e dei responsabili. Come si fa a parlare di riforme istituzionali, on. De Mita, senza il coraggio di
risparmiare almeno i terremoti dalla corruzione?
La richiesta di spiegazioni da parte di Scalfaro è un atto dovuto, semmai tardivo. Ora il Presidente
non deve più mollare la questione, se si ritiene che la credibilità della politica passi attraverso il
rispetto dell’opinione pubblica. Quanti Nicolazzi ci sono in circolazione?
I furbacchioni sostengono che con le sentenze penali non si migliora la democrazia. Rispondiamo che
la nostra crisi è figlia anche dell’impunità e che soltanto il 5 aprile ha abbattuto quello che il
procuratore di Milano chiama il “muro” dell’omertà. Il presidente della Corte dei Conti ha da parte
sua usato un aggettivo sconvolgente per definire la corruzione: “razionalizzata”, a tutti i livelli
dell’amministrazione. Come dire che il sistema l’aveva applicata quasi si trattasse dell’unica legge
da osservare fino in fondo, con efficienza e scrupolo. “Razionalizzata”, appunto.
Oggi un milione di italiani vota per amministrare, ben sapendo di votare politicamente. Non c’è
alternativa: anche l’ultimo Comune d’Italia deve dare segnali forti a chi confida nella nostra
smemoratezza e assuefazione. Bisogna continuare a deluderli, ricordando.