1992 febbraio 10 Come nel Far West, ma qui i nostri non arrivano mai
1992 febbraio 10 – Come nel Far West, ma qui i nostri non arrivano mai
Non sono titolari di due ministeri contestati, di quelli per intenderci che con i referendum abrogativi
faranno una brutta fine. E a onor del vero non sono nemmeno ministri del tipo di un Lattanzio e affini,
la cui utilità politica continua a non sfuggire più.
No, il ministero degli Interni e quello di Grazia e Giustizia amministrano beni essenziali, la sicurezza
e lo stato di diritto. E, quanto ai rispettivi responsabili, Scotti e Martelli non sono due soprammobili,
messi lì soltanto in base al manuale delle segreterie di partito e delle correnti. Nonostante l’esorbitante
potere della criminalità e la crisi del sistema giudiziario, qualche robusto segno di vita l’hanno dato,
ribellandosi al comune destino di tante cariatidi del settimo governo di Andreotti.
Date le premesse, fanno ancora più colpo due interventi molto ravvicinati di Scotti e Martelli. Solo
qualche giorno fa, il primo ha apertamente criticato l’eccesso di garantismo della legge Gozzini
(tradotto significa: in galera non ci sta più nessuno); stasera a “Mixer”, il secondo dirà che, di fronte
alle sopraffazioni del crimine, deve vigere più che mai la legittima difesa: “Meglio il Far West che
la vittoria della mafia”, ha concluso Martelli.
In entrambe le prese di posizione – che peraltro dicono le cose esattamente come stanno – il grande
assente è uno solo: lo Stato. Che si dà leggi (vedi Scotti) del tutto slegate dalla realtà italiana e in
particolare dal Sud; che manda a dire ai cittadini (vedi Martelli) di munirsi ciascuno di una bella
Magnum per salvare la pelle.
E’la privatizzazione dell’ordine pubblico. L’unica che rischia di essere attuata senza remore
burocratiche. Scotti e Martelli appaiono realisti e sinceri.
La conclusine che l’uomo della strada ne ricava non può che essere di impotenza. Certe scelte, figlie
di Forlani come di Occhetto, sembrano di colpo orfane; l’opinione pubblica lo sapeva con largo
anticipo che sarebbe stata una legge suicida. Il Parlamento no. Il Palazzo legifera in astratto e subito
dopo, all’impatto con la vita di tutti i giorni, scopre come ha fatto Scotti che “bisognerà almeno
correggere questa situazione troppo favorevole ai delinquenti”.
Se però Cossiga, di fronte al cadavere ancora caldo dell’ennesimo morto ammazzato, si permette di
alludere all’eventualità di “leggi eccezionali”, apriti cielo: gli stessi che in pianta stabile invocano la
mobilitazione, il coordinamento eccetera eccetera, agitano persino i fantasmi di una svolta autoritaria!
Una tragica farsa, a questo siamo.
Lo Stato offre un’alternativa secca: o fai l’eroe alla Libero Grassi o diventi un John Wayne. E’il Far
west, ma nella versione italiana hanno tagliato l’”arrivano i nostri”.