1992 febbraio 6 Ma attenzione
1992 febbraio 6 – Ma attenzione …
Per il resto da dimenticare o quasi, la legislatura testé defunta ha combinato qualcosa di molto buono
per Venezia e per la laguna veneta il cui bacino scolante interessa un centinaio di Comuni. Sia pure
in extremis e dopo pressioni ai limiti della disperazione, il Parlamento ha investito ben 1750 miliardi,
spendibili alla svelta, nella salvaguardia di Venezia e nel disinquinamento della laguna. Il più
sostanzioso finanziamento da quando lo Stato ha capito che il lasciar morire d’inedia una città come
questa avrebbe procurato all’Italia una patente d’inciviltà senza pari al mondo.
Ma il bello non sta soltanto nei soldi. Anzi, il finanziamento deriva dall’inaspettato salto di qualità di
un ceto politico che negli ultimi decenni si era caratterizzato per litigiosità, petulanza, incapacità di
sollevare lo sguardo dalla punta dei piedi. Una Venezia logorroica e inconcludente che aveva finito
con l’infastidire persino il Veneto di cui resta pur sempre il capoluogo, non più economico ma storico
e culturale.
I parlamentari del Nordest hanno lavorato assieme come sanno fare in genere soltanto le lobby bene
organizzate e senza interessi occulti da difendere. Senatori e deputati veneziani sono risultati credibili
perché hanno lasciato finalmente perdere i partiti, le divisioni, quel politicume di parte che finisce per
annegare anche le migliori iniziative.
Rinunciando ai veti e ai meschini agguati, hanno attuato una piccola riforma istituzionale. “Sottratto
il progetto allo scontro politico”, secondo il giudizio del senatore dc Cortese; “abbandonata
l’ideologia” ha aggiunto il deputato Pds Pellicani; “un sussulto d’orgoglio della classe politica
veneziana”, l’ha definita il presidente del Consorzio Venezia Nuova, concessionario dello Stato.
E’troppo presto per dire se quanto accaduto rappresenti un’inversione definitiva di tendenza. Ma si
tratta di un segnale importante. Finanziario perché ridà slancio ai progetti dopo sette anni di elemosina
e tre leggi finanziarie dimentiche di Venezia. Politico perché ricupera i fili quasi spezzati del rapporto
tra Veneto e Venezia nel nome di un’impresa che, se conclusa entro il 2000, qualificherà prima di
tutto l’intero Nordest.
Sarebbe a questo punto un suicidio se le nuove risorse, accompagnate da procedure semplificate ma
anche da scadenze molto incalzanti, venissero vanificate dalla incapacità operativa di spendere! Una
minaccia concreta che richiede un’altra marcia in più.