1992 gennaio 5 Hanno fretta

1992 gennaio 5 – Hanno fretta

Giulio Andreotti ha detto una cosa molto onesta ma altrettanto sbagliata: “Sul passato va distinto
l’arricchimento delle persone, da colpire senza pietà, dalle distorsioni di un sistema che era più o
meno riconosciuto e tollerato da tutto lo Stato”. Giudizio onesto perché evita ogni ipocrisia sul
finanziamento occulto ai partiti. Da quarant’anni numero uno del potere in Italia, Andreotti confessa
anzi che l’illegalità era riconosciuta “da tutto lo Stato”. Più di così, si muore.
Giudizio sbagliato perché rafforza la masnada di quanti ritengono peccato veniale finanziare i partiti
con denaro rastrellato al di fuori della legge, quando invece tutto si lega, la corruzione con la
concussione, la ricettazione con i fondi occulti. L’illegalità chiama illegalità; qui sta il nocciolo del
degrado del sistema politico.
Certo, la democrazia ha i suoi costi, e potranno anche aumentare rispetto ad oggi; tuttavia si
giustificano soltanto se palesi e responsabilizzati nella coscienza del cittadino. La premessa di tutto
ciò è la reputazione delle forze politiche. Come si potrà ristabilire la fiducia se non partendo dalla
correttezza a 360 gradi?
Da un punto di vista strettamente politico, non ci sono ladri buoni e ladri cattivi. I primi hanno confuso
il partito con lo Stato; i secondi l’Istituzione con il proprio conto in banca. Ma tutti, compresi quanti
chiudevano un occhio o si adeguavano all’andazzo, hanno contribuito ad inquinare la democrazia.
Almeno lavoriamo adesso per un sistema più controllato e garantito. Ma senza sconti sul passato.