1992 luglio 9 I ladri e i sacrifici
1992 luglio 9 – I ladri e i sacrifici
Fare cronaca in questi tempi non è facile. Ma poi ci proviamo giorno per giorno, confortati dal fatto
che questa può diventare un’occasione straordinaria per tutti.
Per gli imprenditori del Nordest, se raccoglieranno – com’è accaduto a Milano con Di Pietro –
l’invito rivolto loro dai giudici veneziani a collaborare al cento per cento per restituire un minimo di
decenza a un mercato aggredito soprattutto dalla concussione.
Per i partiti, se si renderanno conto di avere via via costituito una vera e propria cupola
dell’illegalità. A De Michelis, che nega l’esistenza del sistema, si piò rispondere con la lettera
inviata da Maurizio Prada, “cassiere” della dc milanese, ai ciechi sordi e muti probiviri del suo
partito: ”Ho finanziato la dc come hanno fatto da non so quanti anni credo tutti i partiti, dal
Brennero a Capo Passero passando per Roma”.
Ma bisogna stare molto attenti, perché in troppi stanno cercando di farci passare per fessi. C’è chi
cade perennemente dal mondo delle nuvole; chi resta lucidamente zitto per non travolgere l’ultimo
livello; c’è chi prima parla di persecuzione giudiziaria poi mette tutti sullo stesso piano per tutti
assolvere; chi passa le notti a bruciare documenti prima che arrivino i carabinieri; c’è un grumo di
potere che messo finalmente con le spalle al muro, tende a invertire le parti colpevolizzando ora i
magistrati ora i giornali liberi ora i politici per bene ora gli amministratori che vivono con angoscia
la profonda ferita inferta dal malaffare alla democrazia.
Il Governo presenta oggi il conto della crisi economica. Gli esperti ci dicono che saranno
pesantemente toccate la busta paga di 17 milioni di lavoratori dipendenti, la casa oramai di proprietà
del 70% delle famiglie italiane, le tariffe nei settori di più vasto impatto: soltanto il primo assaggio
dei sacrifici ai quali il nostro Paese è chiamato per restare in Europa.
Tutti sappiamo che ai sacrifici non possiamo né dobbiamo sottrarci. Ma si vorrebbe che fosse data
precedenza all’equità fiscale, alla bonifica degli sprechi, alla fine di quella tassa impropria
rappresentata dalla partitocrazia.
Perciò tutto si lega oggi, la questione morale e il buon governo. Solo restaurando a tutti i costi la
credibilità della politica, riusciremo alla fine a cavarcela a dispetto dei ladri e degli incapaci.