1993 aprile 23 Quel vuoto solenne
1993 aprile 23 – Quel vuoto solenne
Che questo sia un regime e che questo regime sia in agonia, è dimostrato dallo scandalo suscitato da
Amato nel definirlo per l’appunto regime. Soprattutto Martinazzoli non si dà pace, facendosi
segnalare in queste ore come il segretario di partito più distante dal comune sentire di 48 milioni di
elettori.
Esattamente la loro totalità visto che su un solo punto concordano tanto i Sì quanto i No e gli
astensionisti del referendum: il sistema aveva via via assunto il volto del regime. Come amano
ripetere i più seri commentatori stranieri, viviamo ora la rivoluzione con il volto del riformismo.
Se così non fosse, quelle di Amato sarebbero soltanto le dimissioni di uno dei tanti governi dal 1946
ad oggi, il cinquantesimo della Repubblica. In realtà, ieri sera Montecitorio ha archiviato l’ultimo
governo del vecchio sistema. Si esaurisce un’epoca, non un esecutivo, legittimando il tono alto sia
del dibattito sia degli interventi di Amato.
Era in ballo un pezzo di storia, non l’ennesimo rito partitocratico di un Parlamento dal quale si
pretende il miracolo d’interpretare con dignità la fase politicamente notarile del Sì referendario.
Da anni conservatrici all’ennesima potenza, le Camere debbono oggi adottare le riforme nei termini
più ultimativi. Sia che traduca il plebiscito del Sì in legge sia che lo boicotti, questo Parlamento sarà
sciolto. Questione di mesi: tanto vale congedarsi con un lascito di servizio al Paese.
In aula Amato ha potuto fare il professore più che il politico in senso stretto, perché ci giochiamo
davvero tutto: le analisi, i tempi, le scelte di governo, una nuova cultura. Cambia il linguaggio cifrato
dei partiti; si sta rigenerando dal basso l’abc del consenso popolare.
Con una lucidità che gli venne meno soltanto il giorno del decreto-colpo di spugna sul finanziamento
illegale ai partiti, Amato ha guardato avanti evocando “una sinistra di governo”. Entità che ancora
non esiste.
Segni lo ha incalzato ribadendo con poche asciutte parole il progetto di “un’alleanza nazionale di
governo” aperta a forze di diversa ispirazione. Anche questa un’entità che dovrà prendere corpo in
tempi molto brevi.
Qui acquistano senso i termini costituente, seconda Repubblica, nuovo. Ieri Montecitorio ha ratificato
con solennità il vuoto del passato.