1993 gennaio 26 Il trucco dei due poteri

1993 gennaio 26 – Il trucco dei due poteri

I ladri e i loro innumerevoli tirapiedi hanno inventato da tempo una litania che recita così: chi si batte
per la fine della partitocrazia punta in realtà a eliminare i partiti. Sull’argomento non vale la pena di
sprecare nemmeno una riga; gli italiani sanno benissimo che si tratta di una menzogna. Sui partiti si
fonda la democrazia, questi partiti l’hanno minata dalle fondamenta.
Non passa giorno che il sistema non ricorra a un altro trucco, stavolta più furbo e più insinuante
perché nel nostro Paese la cultura catto-comunista ha spesso equiparato l’economia al diavolo. Per
restare al suo posto, il sistema tenta di far passare il sospetto che, nel nome del cambiamento, “il
potere economico” voglia liquidare “il potere politico”.
Ne potremmo anche discutere, seriamente, dal momento che tutte le grandi democrazie hanno il
problema di dosare gli interessi, di equilibrare i poteri, di non abbandonare la società – soprattutto
quella più debole e più esposta – agli automatismi del mercato. Se ne può parlare ma loro no; i signori
delle tessere e delle tangenti non hanno alcun titolo per farlo.
La ragione è addirittura elementare, sotto gli occhi di chiunque. Proprio il sistema del quale vogliamo
finalmente liberarci ha liquidato la politica nel nome degli affari, ha cioè prostituito il potere
economico. Ci vuole una indefinibile faccia tosta per imputare ad altri ciò che si è già realizzato con
le proprie mani e al più basso profilo!
Questo è stato il vero regime delle lobby clandestine, delle società di comodo, dei conti cifrati, degli
istituti bancari complici, di un pugno di costruttori padroni di tutti gli appalti, dei gruppi favoriti a
dispetto delle regole della concorrenza. Questo è stato il regime, che con il pretesto della
modernizzazione e dei progetti o delle infrastrutture, ha svenduto lo Stato. Questo è il regime che ha
sfornato un’enormità di leggi esasperando il cittadino e ha omesso di legiferare per consentire il Far
West del mondo finanziario, della Borsa, dell’informazione televisiva, della grande speculazione.
Questo è il regime che da 15-20 anni ha pianificato la rendita a scapito del profitto, persino lucrando
sugli aiuti al Terzo Mondo.
Politicanti e affaristi temono l’economia reale perché hanno campato su quella deviata.