1993 gennaio 3 Il messaggio da Cossiga a Scalfaro
1993 gennaio 3- Il messaggio da Cossiga a Scalfaro
Hanno tentato di tirare il messaggio di Scalfaro per la giacca, ciascuno dalla propria parte. Con due
estremi: i socialisti e la Lega. Per i primi, il Capo dello Stato sarebbe da elogiare per aver difeso il
sistema; per la seconda, da stigmatizzare avendo frenato la spinta al cambiamento.
Il Psi di Craxi è da tempo abituato ad arraffare, anche tra le parole, soltanto ciò che gli serve. Così,
trascura di sottolineare che Scalfaro ha bastonato ladri di ogni risma, che ha detto no all’amnistia, che
ha decretato la fine del finanziamento pubblico alla partitocrazia.
Non si capisce bene su quali premesse, la Lega pretendeva poi che Scalfaro facesse il bis dell’ultimo
Cossiga al Quirinale. Operazione impossibile sotto ogni profilo, caratteriale e politico: Cossiga era
un democristiano che riteneva concluso il ciclo storico di questa Dc mentre Scalfaro è un cattolico
fervente al quale basterebbe convertirla. All’alba del ’93, nello sfacelo del sistema, conta soprattutto
un Presidente ancorato a valori, uomo probo, indubitabilmente con le carte in regola in una fase di
emergenza etica. Soltanto su questo piano, c’è continuità tra Cossiga e Scalfaro.
Non ha nemmeno senso star lì ad elencare quante volte Oscar Luigi Scalfaro abbia pronunciato il
desueto “Patria” o quante e perché si sia commosso. E’sufficIente che abbia volato alto sulle macerie
nel nome di una politica capace di riconquistare gli italiani. A cominciare dai giovani, senza i quali
saremmo destinati al fallimento.