1993 ottobre 31 Niente di clamoroso
1993 ottobre 31 – Niente di clamoroso
De Benedetti, come lo stesso Romiti, è sempre stato a rischio: presi per il cravattino, hanno
collaborato fino a meritarsi la non belligeranza di Mani pulite. Ma le Procure sono autonome, quel
che vale a Milano può non valere a Roma, e viceversa.
Per quanto drammatiche, le vicende personali non modificano di una virgola la sostanza nemmeno
quando i magistrati entrano con gli scarponi da roccia negli specchiati salotti dell’alta finanza e
dell’editoria. Da un pezzo la nostra è diventata la Repubblica delle banane, che per prima cosa si è
rubata la Costituzione.
Non sarebbe regime né sistema delle tangenti se avesse tenuto miracolosamente al riparo i grandi
gruppi economici e le banche: stavano tutti nella stessa barca. Qualcuno l’ha presa a nolo, altri sono
saliti a bordo contenti come pasque, altri ancora hanno temuto di restare a piedi, ma alla fine gli affari
hanno cancellato ogni sfumatura.
Concussione? Corruzione? Finanziamento illegale? Ricettazione? Contributi non registrati? Fondi
neri? Riciclaggio? E’ evidente che a questo punto le distinzioni interessano meno di zero fuori dalle
aule di giustizia.
Per vendere computer alle Poste, De Benedetti ha pagato anche i sindacalisti. Quando al presidente
della Montedison, Garofano, chiesero ragione di una tangente alla Dc, spiegò che erano soldi versati
nel nome della sua fede cattolica. Il giudice Curtò arrivò a giurare che aveva buttato 400 milioni nella
spazzatura!
Hanno fatto fuori tuto, la concorrenza, lo Stato, il pudore. Si sono divertiti a raccontare balle, anche
le più inverosimili, nella certezza che gli italiani siano buoni, fessi e creduloni.
Qualunque cosa accada, andrebbe abolito l’aggettivo “clamoroso”. E’ oramai tutto conseguente,
ordinario, già visto. Nulla può stupire se rubano sul sangue o sui medicinali.
L’orrore è nostro, non loro. Non lo facevano per malvagità, ma per profitto. Senza emozione. Un tot
sulla strada, sul computer, sul flacone.
Erano incapaci anche di distinguere, tanto cronicamente colpevoli da sentirsi innocenti. Per una firma
mancante su un certificato di nessun valore si impedisce a Elda Pucci di candidarsi a sindaco di
Palermo, ma la stessa burocrazia di questo Stato privo di senso dello Stato ha funzionato da braccio
operativo della corruzione.
Che non vengano a raccontare menzogne di fine regime. Non ci sono golpe, complotti, attacchi alle
istituzioni, repubbliche dei giudici o uomini della provvidenza con gli stivaloni già a lucido. Chi è
pulito attenda con fiducia senza temere alcun male, come nel salmo di David.
Siamo semplicemente allo svuotamento del sistema, al disfacimento degli apparati. Che uno dei
tombini fosse gestito direttamente dai servizi segreti non può che consolare chi, come noi, ha sempre
sostenuto che la bonifica dello Stato vale dieci volte la bonifica della politica.
Questi sono giorni radiosi, a lungo attesi. La prima forza politica che smetterà il lutto e alzerà la
bandiera dell’ottimismo governerà presto l’Italia.
L’Italia, non pezzid d’Italia.