1993 settembre 28 Doppio voto senza patemi

1993 settembre 28 – Doppio voto senza patemi

Qui siamo nella giurisdizione che riguarda gli atti amministrativi. Ebbene, il Consiglio di Stato ha in
sostanza deliberato che il Tribunale amministrativo del Veneto, più popolare come Tar, si doveva
fare gli affari suoi. Che non sono quelli di un referendum, meno che meno nella sua fase preparatoria.
Quindi si voti. Basta con azzeccagarbugli, carte bollate e sgambetti, i cittadini potranno scegliere se
lasciare Venezia così come sta o se separarla in tre: Venezia, Mestre e Cavallino-Treporti.
Il punto di resistenza dell’unità abita a Venezia, nel centro storico; il punto di fuga in terraferma. Sulla
separazione si scontrano due culture amministrative: la prima ritiene che Venezia unita conserverà
più forza contrattuale sia politica che finanziaria, la seconda scommette su Comuni più coerenti con
i rispettivi territori.
La gente è matura, conosce benissimo i problemi, non ha bisogno di guru per scegliere. L’unica
operazione seria è far sì che i dati di fatto non vengano piegati al pregiudizio.
L’esito del referendum influenzerà probabilmente anche il Veneto: la separazione renderebbe
Venezia storica più tentata dall’intimismo della “specialità”. Sarebbe un po’ meno capoluogo di
Regione; Mestre risulterebbe più veneta, Venezia più veneziana.
Bisogna dare atto alla Giunta della regione Veneto di aver fatto tutto quanto doveva e poteva per
restaurare il diritto al referendum con un discorso al Consiglio di Stato che non era affatto di facciata.
Ora si fissi una nuova data, senza patemi pe la vicinanza con le elezioni amministrative del 21
novembre.
Il cosiddetto “ingorgo” terrorizza soltanto i burocrati. Gli elettori non hanno di queste ambasce; anzi,
preferirebbero essere trattati come gli americani o gli svizzeri che in un giorno solo votano di tutto.
Con il referendum Venezia deciderà il suo assetto futuro; con il voto rinnoverà il ceto amministrativo.
E se separazione sarà, l’ultimo sindaco eletto il 21 novembre dal Comune unico avrà il dovere, oltre
che il delicatissimo compito, di guidare la transizione verso più Comuni.
Non è un dramma. Se tutti i drammi di Venezia fossero questi…