1995 febbraio 26 Se questo è un governo di pazzi…
1995 febbraio 26 – Se questo è un governo di pazzi…
Un mese fa Lamberto Dini ottenne il voto di fiducia alla Camera. Ai deputati prima, ai senatori poi,
indicò quattro impegni di governo per considerare concluso il suo compito e per “evitare grandi rischi
al Paese”. Ricordiamoli:
1) la manovra da ventimila miliardi aggiuntivi;
2) i provvedimenti temporanei sulla “ pari opportunità” (la “par condicio” secondo la formula di
Scalfaro) nell’informazione televisiva durante la campagna elettorale;
3) la correzione entro febbraio del sistema elettorale regionale;
4) la modifica strutturale delle pensioni, per confermare entro giugno l’accordo tra governo
Berlusconi e sindacato.
Vediamo se Dini ha rispettato la tabella di marcia, con la promessa “urgenza”, o se ci ha dormito
sopra per sopravvivere qualche mese in più:
1)La manovra è stata varata, entro febbraio;
2) la regolamentazione televisiva idem;
3) la legga regionale idem, con data del voto amministrativo già fissata al 23 aprile.
Le Camere possono emendare, ritoccare, correggere, migliorare come in ogni Parlamento di questo
mondo. Ciò che possono ma non dovrebbero fare, soprattutto nei momenti di crisi nazionale, è di
barare piegando i provvedimenti alla lotta politica di più bassa lega. Anche se è carnevale, giù la
maschera.
Bossi ha fatto cadere il governo Berlusconi, pur sapendo di pagare un prezzo altissimo. Se Berlusconi
ritiene oggi che Dini rappresenti il pericolo pubblico numero uno per il Paese e che sia il vero
responsabile dell’instabilità, del supermarco e, chissà, dei delitti della Riviera del Brenta, allora non
esiti un solo attimo a votare contro questo governo di pazzi. Al contrario di Bossi, può darsi che ne
ricavi un vantaggio elettorale.
La pressione sul Capo dello Stato è talmente sospetta da far pensare che la tregua risulti insopportabile
perché Dini rischia di farcela anche con l’ultimo impegno: le pensioni. Andare presto al voto è
sacrosanto; andarci subito, a qualunque prezzo, è demenziale.