1995 luglio 25 Senatùr, è una frenata

1995 luglio 25 – Senatùr, è una frenata

Bossi uno: “Si elegga una Assemblea Costituente per cambiare la forma del nostro Stato in senso
federalista. Pagella: 10 e lode.

Bossi due. Nel caso in cui il Parlamento facesse resistenza alla proposta della Lega, noi ci faremmo
da soli la Repubblica del Nord. Pagella: 4.

Se dice quello che non pensa, al solo scopo di tenere ben acceso il fuoco della Grande Riforma, si piò
anche capire Bossi. La sua sarebbe non una minaccia istituzionale, ma pura tecnica politica: e allora,
passi.

Se invece pensa quello che dice, Bossi indebolisce con le sue stesse mani la battaglia federalista. Che
ha buone possibilità di essere vinta soltanto se il Nord lavora non per la sua (illusoria) “indipendenza”
ma per la (realistica) trasformazione dell’Italia.

Questo non è il momento di dare ultimatum, anche perché le grandi riforme o mettono insieme le
grandi forze popolari o si riducono fatalmente a parate. Magari piene di passione, ma parate di
reducismo istituzionale, quanto di più patetico si possa immaginare.

La Lega non ha un mandato per chiedere l’indipendenza del Nord: in campagna elettorale, al
momento di cercare i voti, non ne ha mai parlato. Parlo con apprezzabile intransigenza di Italia
federale, che è il modo più moderno di organizzare l’unità, non un trucco per tagliarla a fette.

Sia nei giorni della protesta di massa sia nella fase della rottura con Berlusconi, la Lega promise di
trasformare il Nord in avanguardia del cambiamento, non in un Fort Apache di pura retorica.
Sventolare oggi lo spauracchio dell’”indipendenza”, serve soltanto ai nemici del federalismo, ai
conservatori dello Stato centrale, ai partiti delle clientele, all’Italia della burocrazia, cioè a quel grumo
di poteri fossili cui non par vero di utilizzare il fantasma secessionista per svuotare il riformismo.

In realtà, Mantova funziona solo se fa progetti, se condensa iniziative, se spinge nell’angolo gli
esitanti, se fa l’impossibile per allargare il fronte del federalismo, da sinistra a destra. Brandendo
l’”indipendenza” si frena, non si accellera.