1995 settembre 15 Contro ogni monopolio
1995 settembre 15 Contro ogni monopolio
In questi giorni ho posto due questioni, apparentemente distinte, in realtà abbracciate l’una all’altra.
La prima: il Nordest è una potenza economica, ma politicamente conta pochissimo. La seconda: il
Nordest ha il diritto-dovere di guidare la riforma dello Stato puntando dal basso, cioè dai sindaci.
Un assioma del giornalismo afferma che “ le buone notizie non sono notizie”, con un corollario: la
regola delle tre S. Fa cioè cassetta, fa vendere, la notizia che mette insieme Sesso, Soldi, Sangue. Non
si può proprio dire che il tema del Nordest risponda a questi requisiti commerciali, ma noi insistiamo
nella convinzione che la vita quotidiana – con i suoi problemi concreti – stia molto a cuore ai lettori,
cittadini di questa nostra amata e faticosa Repubblica.
Un’altra convinzione ci fa insistere su temi a prima vista freddi. Se intesa come voglia di democrazia
e di responsabilità, la politica è una cosa stupenda, altro che porcheria per furbi e mediocri. Ma
“questa” politica di “queste” ore, narcisistica senza nemmeno Narcisi di qualità, ridotta a vapore e
specchio del vapore, del tutto sganciata dalla tabella di marcia delle soluzioni pratiche, questa politica
da un senso di repulsione e di sfinimento.
Continuando una marcia che parte da lontano, il “Gazzettino” ha tentato, tenta e tenterà con crescente
cocciutaggine di far riflettere il Nordest su sè stesso. Non per contare di più a Roma, secondo la
vecchia pratica dorotea, ma per costruire qui, subito, un’alternativa riformista che valga per tutta
Italia. Con una sola parola d’ordine: lotta senza quartier al monopolio.
Monopolio dello Stato, centralista dall’Unità ad oggi, datore di lavoro di tre milioni e mezzo di
dipendenti con il record dell’inefficienza burocratica. Gli esperti hanno già individuato un nuovo
fenomeno: “l’assenteismo dei presenti”. Da quando sono stati introdotti nell’amministrazione alcuni
timidi controlli per ridurre le varie soste, pause, uscite dall’ufficio eccetera, è aumentato il “non far
nulla”. Formalmente “presenti”, di fatto “assenti” come e più di prima.
I monopoli dello Stato da svuotare come della finanza, concentrata in un solo club privato. Cuccia fa
il suo mestiere, e meglio di chiunque: il pericolo non è rappresentato dai poteri forti, bensì dai poteri
unici, privilegiati dallo Stato.
Tra monopolisti ci si intende sempre. Lo Stato centrale e i grandi Gruppi del capitalismo mezzo
protetto e mezzo privato, ma sempre nella corsia preferenziale del credito.
A Nordest fessi non siamo, divisi, eccome. La reazione alla tesi del “Gazzettino” è stata vasta e alta
perché tocca un tasto autentico: ora più che mai ci si rende conto che il capitalismo diffuso sta alle
posizioni dominanti come il federalismo sta al centralismo. Ha bisogno di unire le forze, di ceto
dirigente, di coraggio anche. Perché troppo spesso gli imprenditori sono stati tentati dal clan politico
più che dalla politica economica.
Il cambiamento abita qui a Nordest, e non cerca ulteriori convegni se non per indicare un’agenda,
dossier precisi, atti, forme di pressione anche dura sulle Istituzioni. Un compito che, su un piano
parallelo e radicalmente riformista, attende i sindaci.
Abbiamo appena cominciato e i sindaci del Nordest “senza distinzione di partito” lo sanno anche
meglio di noi. Ma di questo scriverò domani.