2001 Febbraio 5 I cattolici/2
2001 Febbraio 5 – I cattolici/2
E’ un piccolo Cottolengo, mi raccontò tanti anni fa un cronista. A Sarmeola, due passi da Padova,
650 disabili gravi cioè persone con handicap psico-fisici gravi o gravissimi, sono ospitati all’Opera
della Provvidenza di Sant’Antonio. Se ne prendono cura 300 dipendenti, tutto personale laico e 40
suore.
In più i volontari, 170/180 settimanalmente, soprattutto dell’area di Padova, e 150 durante l’estate,
un po’ da tutto il Nordest. Ho visto anonimamente impegnati professionisti, professori universitari,
anche un notaio. Gli studenti sono proprio ammirevoli: a questo mondo al di fuori del mondo dedicano
il loro mezzo sabato libero oppure , d’estate, i 15 giorni delle vacanze. Alle Maldive preferiscono un
viaggio molto impegnativo: a Sarmeola.
Su “Provvidenza” di febbraio, mensile dell’Opera, ho letto la testimonianza del volontario Daniele
R., il quale aveva cominciato la sua esperienza ficcandosi un libro nella tasca del camice, convinto
com’era che ci sarebbe stato ben poco da comunicare con quel tipo di ospiti. Ha finito invece per non
leggere nemmeno una riga, avendo scoperto che si stabiliva una relazione anche attraverso piccoli
gesti, sguardi, movimenti del corpo, segnali silenti, un alfabeto che richiede un’attenzione totale e
che, purtuttavia, a volte si fa muto come un sipario. In quest’ultimo caso, scrive Daniele R., è soltanto
“l’amore di Dio a muovere qui dentro tante mani”. Ne era sicuro monsignor Frasson, uomo santo di
quest’Opera: ne rimane convinto don Roberto, suo successore alla direzione: “Chi dirige e chi
comanda qua dentro – assicura a me povero laico dubitante – è Qualcuno con la Q maiuscola”. Come
dubitarne?
L’Opera è un miracolo quotidiano. Durante l’inverno si stava rapidamente esaurendo la preziosissima
scorta di verdura, quando è arrivato un supercontainer stracarico di splendido radicchio di Chioggia,
dono di gente di Conche di Codevigo. Pochi giorni prima di morire, una signora molto ammalata di
Venezia ha telefonato al direttore per dirgli che avrebbe nominato l’Opera erede universale del suo
ingente patrimonio. Così è stato.
Anche le vie dello spreco di massa paiono infinite come quelle del Signore. Da anni
un’organizzazione laica e volontaria, credo vicina a Comunione e Liberazione, rifornisce l’Opera
rastrellando le eccedenze di qualità della grande distribuzione: è il Banco Alimentare con sede a
Monza e base a Verona.
Se non sbaglio, è un luogo di frontiera anche per i cattolici l’Opera di Sarmeola. Loro rivendicano un
principio molto semplice: “La dignità di ogni creatura”, ed io insisto nel domandarmi: ma se non ci
fossero più cattolici?
Non so darmi una risposta. Ci penserò.