2001 luglio 14 La citazione

2001 luglio 14 – La citazione

Geminello Alvi da “Vite fuori dal mondo”, Mondadori. “Negli anni cinquanta Cuba era terza o quarta
per reddito pro capite in America Latina; con cattiva distribuzione del reddito, ma per consumo pro
capite di calorie era tra le migliori. Inoltre c’era nel ’58 un televisore ogni venticinque abitanti; e più
dottori di lì solo in Argentina e Uruguai. Per scolarizzazione era quarta. Ernesto “Che” Guevara ebbe
il privilegio di morire prima che si facessero i conti.
Quarantadue anni, e sono cresciute le prigioni da quattro a ventisei, e i profughi: un milione. Eppure
egli è ancora venerato dai panciuti e adolescenti. La rivoluzione è sempre quella di domani, qualcuno
avrebbe tradito la rivoluzione di ieri, di cui il Guevara resterebbe incolpevole eroe. Nelle foto, mentre
gioca a golf vestito da guerrigliero, ha in effetti hollywoodiana forza accattivante. Malgrado la
fotogenia, era però un forsennato ammiratore di Stalin.
“Non ho casa, moglie, figli, genitori, fratelli; i miei amici sono tali finchè la pensano come me,
politicamente” è frase di quel gesuitismo che contagerà una generazione di giovani. Si è amici
nonostante tutto; chi non lo capisce, va compianto. E scriveva del resto che il guerrigliero è il gesuita
della guerra, ma il suo sorriso era così calmo e commuoveva ogni cuore.
Eppure se il mulatto Batista violò la costituzione con un colpo di stato, e Castro l’abolì, al dottor
Guevara non bastò. Volle l’adozione integrale del modello sovietico. Vennero confiscate scuole,
seminari; abolito il Natale, terrorizzato il ceto medio, mentre lui, confuso, presiedeva ai giudizi
sommari. Moglie e figli di cinquecentocinquanta fucilati sfilarono davanti al muro delle esecuzioni
lordo di sangue e cervella…
Dopodichè si candidò banchiere e divenne presidente della Banca centrale di Cuba. Gesto di genialità
comica, non fosse che si prese sul serio. Più gravi i problemi, maggiore il numero degli inetti chiamati
nelle rivoluzioni a risolverli”.