2001 luglio 2 La strage
2001 luglio 2 – La strage
Interrogato quattro anni fa davanti alla Commissione antimafia, l’ex ministro degli Interni Paolo
Emilio Taviani, da poco scomparso, dichiarò in seduta segreta: “Un tassello deve essere ben
chiaro…la bomba di piazza Fontana sarebbe dovuta scoppiare a banca chiusa”. Quel che è certo è
che la bomba scoppiò a banca aperta, e fu strage.
Con un’ulteriore certezza, non di scarso peso. Se l’ultima sentenza su piazza Fontana sarà
confermata in appello e oltre, fino a passare in giudicato come verità processuale definitiva,
risulterà agli atti, per sempre, che la strage fu storicamente tutta veneta. “Sono i mestrini”, si diceva.
Proprio a Mestre, alla presentazione di un libro davvero anticipatore della sentenza di condanna
(“La strage”, di Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, Feltrinelli), il giudice istruttore del processo
Guido Salvini fece una constatazione, quasi un appello: “Sembra – disse in un silenzio di tomba –
che tanti sapessero che qui qualcosa era accaduto: era il volto che ci sfuggiva. Qualcuno sa
qualcosa?”.
Quando, almeno processualmente, tutto si saprà alla fine, noi veneti dovremo pure rileggere questa
pagina. E capire, se così risulterà, perché la terra del fai da te abbia fatto da sé anche una strage.
Amare il Veneto significa farsi carico di tutto.