2001 maggio 8 I patti/3
2001 maggio 8 – I patti / 3
Già ai primi di febbraio Rutelli promette un patto di governo di 5 anni con le parti sociali: “Solo
così – spiega – avremo la forza di non subire veti”. Berlusconi rilancia con il contratto, notaio
Bruno Vespa, nel nome di Nostra Signora Tv, per dire agli elettori che o farà in 5 anni ciò che
promette oppure si ritirerà a vita privata. Carta, penna, firma e via.
Patti e contratti sono forme di comunicazione, niente di anomalo e nemmeno di inedito. Una volta a
Venezia li firmò sui giornali Gianni De Michelis. Nonostante la commedia dell’arte in salsa
televisiva, Berlusconi tocca però un nervo molto italiano attraverso un’idea molto americana del
consenso. Chi vince vince tutto, chi perde perde tutto, e chi sbaglia paga, cioè toglie il disturbo e
lascia la politica, per fallimento o inadempienza.
Con la differenza, altrettanto americana, che negli Usa i contratti politici li rispettano sul serio,
anche brutalmente. Qui da noi, no: qui insegna Giulio Andreotti, 1946-2001…