2001 Marzo 28 Gesù al computer
2001 Marzo 28 – Gesù al computer
Avendo tanta fede, ci sarebbe una fotografia di Gesù Cristo. E’ la sacra Sindone, un lenzuolo che
avrebbe funzionato come una pellicola, dal quale emergono i tratti somatici classici di Gesù, a
cominciare dal viso affilato e dai capelli lunghi.
Ma cambierebbe poco anche se la Sindone fosse soltanto, come sembra più probabile agli studiosi,
una preziosissima reliquia del Medio Evo. Sia o non sia il corpo di Gesù, in ogni caso quella è
l’immagine che noi abbiamo di lui, fin dai crocefissi di Cimabue e di Giotto.
E’ il Gesù della grande pittura, da Piero della Francesca al Caravaggio, da Leonardo al Mantegna. Ha
la pelle e, a volte, anche gli occhi chiari, spesso i capelli biondi.
Il cinema ne ha fatto un Cristo Superstar per il musical mentre, nel film “Ordet” (La parola), un
maestro come Carl Dreyer lo ha reso semmai ancora più nordico, più mistico, meno corporeo. Con
occhi e menti europei, noi vediamo un Gesù europeo, il figlio di un Dio per così dire nostro.
Del resto, è più che comprensibile questa iconografia. Dato che agli ebrei era tassativamente vietato
raffigurare Dio, l’immagine di Gesù nasce in Europa, tra i primi cristiani.
Siccome i Vangeli non sono una biografia, come la intendiamo noi, sull’aspetto di Gesù si sa
praticamente zero. Anni fa ho letto in un bel libro, “Il caso Gesù” di W. Fricke, che documenti
medioevali gli attribuivano ora una statura di un metro e 66, ora di un metro e 75. E’ invece sicuro
che portava una tunica senza cucitura, usava un bastone da viaggio e amava la buona tavola.
Tra tante certezze che collassano, almeno questa dell’immagine di Gesù sembrava al riparo dal
revisionismo. Invece no: la tecnologia non perdona, come dimostra un’inchiesta costata più di quattro
miliardi alla Bbc.
La televisione pubblica inglese ha chiesto agli archeologi un cranio d’epoca di Gerusalemme e a un
medico legale di ricostruire al computer un tipico ebreo mediorientale del tempo, tenendo conto di
alcuni affreschi irakeni dei primissimi secoli cristiani. Ed ecco il Gesù virtuale: viso tondo, capelli
ricci e neri, barba nera corta e ispida, occhi color carbone, sopracciglia da disboscamento,
l’espressione stupefatta e un po’ demenziale di un Abatantuono prima maniera.
Dicono che questa dev’essere la faccia più probabile di Gesù nella sua Palestina. Se a dirlo sono gli
scienziati e la tecnologia, sarà.
Il filosofo spagnolo Miguel de Unamuno aveva una certezza: “Se muore la fede cristiana, morirà la
civiltà che chiamiamo greco-romana o occidentale; se muore la nostra civiltà morirà la fede cristiana.
Di questa agonia vivono tutt’e due”. Anche volendo, non potremmo mai tagliare i capelli a Gesù.
Tra Giotto e il computer, è più realistica l’arte.