2001 Marzo 3 La citazione
2001 Marzo 3 – La citazione
Nell Kimball, da “Memorie di una maitresse americana”, 1932 , Adelphi edizioni.
“Tutta questa storia della schiavitù bianca è stata molto esagerata dai giornali. Ma a New York esiste.
Pur non essendovi mai penuria di ragazze e di donne intenzionate a far le puttane, sia per fame, sia
per desiderio di far la vita allegra, o semplicemente per indifferenza, questa massa di volontarie
doveva essere ab bordata, corteggiata, attirata con regali. Perciò, quando le puttane volontarie
scarseggiavano, i ruffiani e i procacciatori usavano la droga.
Mi resi conto che dovevo andarmene dalla città al più presto possibile, o una volta o l’altra una banda
di procacciatori mi avrebbe attirata in un vicolo, e poi portata a forza in un casino. Oppure qualcuno
mi avrebbe fatto ingoiare della droga mentre cercavo un posto di cameriera, e il risultato sarebbe stato
lo stesso. Con Sonny da mantenere, dovevo guardarmi dai dai mali passi. Mi avrebbero brutalizzata,
e Sonny sarebbe finito in qualche colonia per bambini, o in qualche inferno di beneficenza.
Fu un’epoca disperata. Fu l’unico periodo della mia vita in cui, tanta era la disperazione, che le acque
della baia di New York mi attiravano sempre di più. Non fosse stato per mio figlio, in certe fredde
serate, quando ero in arretrato con la signora Moore per il pagamento della pensione, e Sonny era
pallido e sciupato per una serie di raffreddori e di febbri, vi sarei saltata dentro.
Sonny, la notte, mi si abbracciava stretto, e mi diceva di togliergli la bua, come chiamava i suoi mal
di gola. Sopravvissi, immagino, perché ero dura e forte, e perché, con tutti i miri guai, avevo
un’intensa voglia di vivere. Conservavo la mia buona salute, anche se ero dimagrita per mancanza di
cibo. Se mi fossi abbattuta, se mi fossi drogata di autocommiserazione, sarei andata a pezzi”.