2002 agosto 4 Incidenti stradali
2002 agosto 4 – Incidenti stradali
In queste ore i titoli dei giornali dicono: ”Abolita la pena di morte in Turchia.” Noi no, noi
applichiamo una pena di morte specialissima ma su vasta scala: con l’incidente stradale a fare da
boia e senza tregua,300 sentenze capitali in sole due settimane dello scorso mese di luglio.
Le tre regioni del Nordest lasciano sull’asfalto mille morti all’anno; nel 2000, sono stati 1026 (
Friuli-Venezia Giulia 190, Trentino-Sudtirol/Alto Adige 122, Veneto 714 superato soltanto da
Lombardia e Emilia-Romagna).All’Italia, i suoi sei/sette mila morti all’anno non glieli toglie
nessuno e nemmeno i ventimila invalidi, con in testa i giovani dai 18 ai 29 anni. Facciamo meno
figli e il boia della strada dà una mano assassina.
La morte su strada è la più banale, anche la meno coerente con la voglia di vivere. La differenza tra
vivere e morire può essere un semplice casco in testa:” Non mi dona”, ho sentito dire seriamente da
una ragazza.
Può essere la ridicolaggine di una cintura di sicurezza lasciata penzolare flaccida come la pigrizia
di mente: già oggi l’uso delle cinture vale 1135 morti in meno all’anno; se tutti le adottassero, ne
risparmieremmo almeno altre mille all’anno; mille persone in carne o ossa, mille storie. Per
egoismo, questi dati entrano da un orecchio e escono dall’altro, finché la statistica non diventa
tragicamente anche “nostra”: ma si scopre allora che é tardi, troppo tardi.
Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte sotto i 40 anni. Una volta provvedevano
le guerre mondiali.
La strada è di tutti, diciamo. Balle, visto che ciascuno tende poi a trattarla come un terreno di
proprietà sul quale viaggiare con la mentalità del lupo solitario. Basti pensare che, tra le cause o
concause degli incidenti dell’anno scorso, il 50,8 per cento è rappresentato dalla mancata
precedenza. Ognuno per sé.
Dal primo gennaio entrerà in vigore il nuovo codice della strada, che sarà anticipato fra qualche
giorno dalle nuove norme già approvate sui fari di giorno e sul tasso di alcol nel sangue. Se c’è
anche un solo ragazzo tra chi mi legge, mi rivolgo a lui con due domande da padre qualunque.
Accendere i fari subito, sempre e dovunque, anche di giorno beninteso e su qualunque strada, costa
un euro scarso su un pieno di 50 euro di carburante. E’ il costo di un caffè: la possibilità di sventare
per merito dei fari accesi uno scontro frontale (come dimostrano le statistiche internazionali) vale o
no quel costo?
Veniamo all’alcol, con una premessa: non tutti sanno che gli italiani considerati “bevitori eccessivi”
dall’Istituto superiore di sanità sono quattro milioni, mentre i “dipendenti” dall’alcol sfiorano il
milione. Detto questo, il tasso alcolemico per chi guida è stato ora abbassato a 0,5 grammi per litro,
il che equivale a due boccali di birra oppure a tre bicchieri di vino o a un bicchierino di grappa.
Sempre al mio ipotetico ragazzo domando: ti pare un divieto così insopportabile se poi tocca a te
guidare, da solo, con la morosa o con gli amici?
Gli effetti dell’alcol sono noti e traditori. Fanno perdere lucidità, riflessi, tempi di reazione,
sensibilità: a volte, come raccontano ogni giorno le cronache, l’ultimo sorpasso coincide con
l’ultima consumazione al bar.
Più che il ritiro della patente, deve spaventare il ritiro della vita.
Quanto alla prevenzione, te la raccomando. La manutenzione delle strade è pessima; i cosiddetti
“punti neri” sono ancora tanti, soprattutto a Nordest, mentre i quotidiani ingorghi scatenano per
reazione micidiali ricuperi in velocità.
I vigili urbani dimostrano tolleranza zero per il divieto di sosta, ma in giro per l’Italia non ho mai
sentito di un vigile che abbia ad esempio multato per le gomme lisce di un’auto parcheggiata. D’ora
in poi si bastona il doppio e giustamente chi guida con il telefonino in mano (a volte, io avrei
meritato l’arresto seduta stante), ma si lascia che il guidatore fumi beatamente al volante, come se i
movimenti con una sigaretta accesa non fossero in molte circostanze più pericolosi dello stesso
cellulare portatile.
Oltre al nuovo codice, serve come il pane che ciascuno si dia un codice.1000 morti all’anno nel solo
Nordest sono una calamità sociale non un dato del ministero dei Trasporti.
Ne parliamo troppo poco e invece meriterebbe un capitolo a sé anche nei Piani regionali.