2002 aprile 7 Pasqua
2002 aprile 7
DOMENICA 31
Pasqua
Johannes Eckart, mistico tedesco del Trecento:”Gott ist ein Gott…Dio è un Dio del presente; come
egli ti trova, così ti prende.Egli ti chiede non che cosa tu sia stato, ma che cosa tu sia ora”.( Pasqua
1956, santino distribuito nella chiesa di san Eberardo a Stoccarda).
LUNEDI’ 1
La regina
La Regina Madre d’Inghilterra, scozzese, aveva 101 anni, 50 servitori, 4 palazzi, circa 400 cariche,
un appannaggio di Stato di due miliardi di lire all’anno, debiti per 12 miliardi,la passione per
fiori,cavalli da corsa,cappellini,ricevimenti e gin and tonic. Era popolarissima, adorata anche dai
gay: chi ha provato a criticarla per gli sperperi di denaro pubblico, non ha trovato il minimo ascolto.
Di fronte ai veri simboli, che attraversano il tempo portandone ogni ruga imperiale, gli inglesi
sanno saldare ogni conto a piè di lista.”God save the king”, Dio salvi il re e la memoria di un grande
popolo.
MARTEDI’ 2
Cogne
Sarò del tutto fuori strada, ma continua a non convincermi nulla di questa storia infelicemente
gialla di Cogne. Nemmeno il linguaggio mediatico: trovo che tutto prende uno strano suono, ad
esempio espressioni di cronaca come “festa” a Monteacuto o “vittoria” per il ritorno al paesello
dell’indagata Anna Maria Franzoni. Purtroppo, con tanta pietà in ballo per Samuele, qui nessuno
vince o vincerà mai.
Appena il personale le comunica che sarà scarcerata, la mamma grida:” Avevo ragione io”. Il
professor Carlo Torre, stimatissimo anatomopatologo, perito della difesa, dice alla “Stampa” di
Torino:”Sono contento. Perché la giustizia, per una volta, ha vinto”.Per una volta.
Sarà. Certo, da lettore di quotidiani, non so se in un’indagine come questa si tratti di “avere
ragione”, non so se abbia “ vinto” o perso la “giustizia”, non so se la verità sia quella dell’arresto o
quella della scarcerazione. E quando i giudici avessero in ipotesi confermato le accuse di un
pubblico ministero, di un procuratore della repubblica e di un giudice per le indagini preliminari,
avrebbe dunque trionfato come sempre l’ingiustizia?
A mio cauto parere, ha vinto soprattutto il dubbio. Per adesso, padrone della scena del delitto resta
il dubbio, più che mai il dubbio. Un’accusa di indizi e di perizie; una difesa di procedure e di
controperizie, prima ancora di poter dire se ci sarà o non un processo per l’omicidio di un bimbo di
tre anni.
Chi difende, allude ad “ignoti”; chi accusa, ritiene di aver svelato il tremendo “ignoto” interiore di
una madre. Ciascuno invoca la propria “coscienza” come motivazione etica.
Per ora, non si vede la“verità”, ma la ricerca tuttora in corso di una verità almeno giudiziaria . La
dialettica si è stabilita tra laboratori scientifici, non sul parametro giustizia/ingiustizia; e, in
laboratorio, a sua volta tra sofisticatissime analisi di macchie di sangue schizzato su un pigiama
abbandonato sul letto (per la difesa) o indossato dal presunto assassino (per l’accusa). Gli stessi
schizzi vengono letti in modo diametralmente opposto dagli esperti, tutti di grande valore.
Il “riesame” continua, anche se a questo punto mancherebbe tutto.Il movente,l’arma, il presunto
colpevole.
Soprattutto si dice che manchi un movente. Forse, la follia andrebbe inclusa tra gli impulsi che
assomigliano a un movente.
Ogni giorno i processi dimostrano che,su questo territorio della mente, le sabbie mobili sono la
regola. La scorsa estate, una delle tre ragazze assassine di Chiavenna era stata assolta per “vizio
totale di mente” al momento di massacrare a coltellate una suora; adesso, la corte d’Appello di
Milano l’ha punita con dodici anni di reclusione. Sapeva ciò che faceva.
Queste non sono partite di calcio. Mi ritrovo soltanto nella dichiarazione del procuratore capo di
Aosta, Maria Bonauto, quando dice:”Cerchiamo verità, non vittorie”.
Appunto.
MERCOLEDI’
Don Pippo
Un sondaggio di “.Com”/Eta Meta fa sapere che sette italiani su dieci vorrebbero più religione in
televisione! Sarà proprio così? La scorsa settimana, la Via crucis del venerdì santo ha avuto ad
esempio quasi cinque milioni e mezzo di telespettatori in prima serata, cioè il 22 per 100 di quanti a
quell’ora guardavano la tv.Un buon seguito cristiano, anche se alla stessa ora ma su Canale 5 la
trasmissione “Scherzi a parte” ha fatto oltre sette milioni e mezzo di telespettatori, con una
percentuale del 33 per 100 sul totale del pubblico.
Il fatto è che dal sondaggio viene fuori un’ idea di “religione” molto alla moda: tira molto la
fiction,cioè le storie di santi o papi, come i vecchi e nuovi film di ambientazione biblica.In altre
parole, più che la religione,il suo romanzo popolare.
La maggioranza degli intervistati desidera inoltre che i maggiori spazi religiosi in tv vengano
semmai presentati da Costanzo, da Vespa, da Biagi o da Baudo.Con la crisi delle vocazioni ( a
Nordest, 9 ordinazioni nel 2001 e 3 nel 2002), sono loro i nuovi teleparroci. Don Maurizio,don
Pippo…
GIOVEDI’ 4
Betlemme
Dai quotidiani:”Offensiva diplomatica del Vaticano”. Presso Dio?
VENERDI’ 5
Art.18
Luciano Benetton (da Repubblica):”Io credo che ora il Paese abbia bisogno di tranquillità”. Parole
confindustrialmente sante.
SABATO 6
La citazione
Isabella Bossi Fedrigotti dalla presentazione sul “Corriere” del libro “Uomini,donne e code di
pavone” (Einaudi) dello psicologo inglese Geoffrey Miller sull’evoluzione dell’intelligenza umana.
“Secondo Miller, è la selezione sessuale che spiega tutto:in altre parole, i maschi si sarebbero
dannati a produrre palazzi, quadri,statue, sinfonie, drammi, commedie, poemi e romanzi per piacere
di più alle femmine…Ma poiché non di sola arte vive la donna, prima di affrontare questa difficile
strada l’uomo ha sempre esposto e offerto altre doti che avrebbero potuto convincerla delle sue
qualità di compagno e di padre.
Il corpo naturalmente, alto, forte e muscoloso, perché così, fino dalla notte dei tempi le fanciulle
hanno, per loro sicurezza, preferito.La pelle liscia, non ruvida e dura come quella degli antenati
ominidi, le labbra morbide, i tratti simmetrici: tutto per decisione delle donne. E, naturalmente, il
suo organo sessuale, che nessuna delle scimmie antropomorfe da cui dovremmo discendere ha così
lungo. Pare, addirittura, che l’antico homo sapiens si sia alzato in piedi per mostrarlo alla
popolazione femminile più che per arrivare ai frutti in cima agli alberi.
…Secondo la nuova teoria, si deve dunque dedurre che gli uomini sono,sì, i numeri uno del creato,
ma che lo sono perché le donne li hanno voluti così.”