2002 giugno 17 Donne. Anna La Rosa

DOMENICA 9

Donne

Anna La Rosa, conduttrice di “Telecamere”, oggi direttore dei servizi parlamentari della
Rai:”Com’è stato possibile? Merito mio. Da sola ho fatto tutto.” (da Il Venerdì)
Marina Berlusconi, vicepresidente della Fininvest, 35 anni,presto mamma:”Una donna manager è
una donna.” (da Oggi)
Elisabetta Pozzi, attrice di teatro scespiriano:” Lavorando su Amleto scopri tanti lati anche
femminili: la lievità, la morbidezza.” (dal Corriere)
Romane Bohringer, attrice francese:”Il mio motto è un proverbio dei Tuareg del Sahara: Non
smettere mai di gridare la tua gioia di vivere, e tu non sentirai più nessun altro grido.”(da
L’Expresso)
Brigitte Bardot, diva sexy del cinema francese:”Non ho partecipato a partouze, non sono pedofila,
ho fatto delle cose naturali, perché quel che è bello mi sembra normale,e viceversa.Non andavo in
giro con le giarrettiere e le calze nere, al massimo un bikini striminzito.Nulla di perverso o
malsano.” (da l’Europeo)
Livia Turco, deputata ds, ex ministro:”So che la paura dell’immigrazione c’è:che non è
necessariamente di destra, e che non significa necessariamente razzismo.” (da Sette)
Ben Pimlott, storico inglese:” La regina Elisabetta è un modello di dignità.” (da Famiglia Cristiana)

LUNEDI’ 10

Giovani

E giù prediche sui giovani tra i 15 e i 30 anni. L’ultima ricerca del Censis confermerebbe che sono
un po’ Peter Pan (eterni fanciulli), un po’ “carpe diem” ( vivi alla giornata secondo il motto latino di
Orazio), un po’ familisti ( stanziali in casa). Sarà, ma dal mio punto di vista trovo che sono
intelligenti.
Prendiamo le loro paure. Dicono di temere nell’ordine la guerra, i pedofili, la sofferenza interiore, il
vandalismo, il dolore fisico più della morte, la violenza anche verbale, la solitudine, il dopo 11
settembre. Sono informati, altro che, e specchio fedele oltre che sensibile del tempo; proprio dalle
loro paure si capisce che hanno capito tutto del mondo in cui vivono.
Credono soprattutto nell’amicizia e nell’amore, e allora? Meno male, santo Dio. Quando sono nato
io i giovani erano comandati a credere in Mussolini, Hitler e Stalin: sai che fortuna essere noi
europei ragazzi tutti d’un pezzo, iscritti a forza ai partiti unici.
Per andare alla pari con il secolo degli odiosi Valori maiuscoli, dei futuri millenaristi e dei paradisi
pianificati in terra, abbiamo minimo minimo bisogno di due secoli di ragazzi che scommettano
soltanto su se stessi. Il “carpe diem” di Orazio può essere letto, oltre che come “godi la vita”, anche
come “usa bene il tempo” perché la vita è breve.
Lasciamoli un poco in pace; forse i giovani d’oggi finiranno per sbagliare meno di tante presunte
generazioni forti.

MARTEDI’11

Nordest/1
Titolo del Corriere:”Allarme sul lavoro minorile nel Nordest”. Qui di minorile c’è soltanto l’allarme
del titolo.

MERCOLEDI’ 12

Nordest/2
”Emergenza infrastrutture in Veneto.” Trentennale normalità, non emergenza.

GIOVEDI’ 13

Donata

Ma non dicevano di essere tutti liberali e che, semmai, la sola differenza consisteva in una “e”
finale, liberale il centrodestra, liberal il centrosinistra? Sta di fatto che si vuole trasversalmente
legiferare su tutto, ficcando il naso fin dentro l’embrione e imponendo alle donne sterili cosa fare o
non fare attraverso la Gazzetta Ufficiale.
Lo chiamano voto di coscienza. Sembra voto di ideologia.
Giustina Destro, imprenditore, cattolica, sindaco berlusconiano di Padova, mi confida:” Io sono per
aiutare la maternità naturale non per forzarla al limite, ma in materie come questa non imporrei mai
un vincolo.” E’ rispetto umano.
Alessandra Mussolini, 39 anni e mezzo, cattolica, deputato di An, ha rivelato a “Repubblica” di
essere incinta da qualche giorno. Forse anche per questo surplus di tenerezza, si è battuta contro il
suo stesso partito nel fallito tentativo di far passare la fecondazione eterologa, cioè il ricorso
all’ovulo o al seme di un donatore esterno alla coppia.
Sull’identità dell’embrione la scienza e la morale discutono. C’è chi lo considera un nascituro, chi
un abbozzo ancora indefinito.
Di sicuro, è persona la donna.
La donna che desidera diventare mamma.La donna che vuole accogliere la vita non barattarla. La
donna che, nella coppia, incarna la cultura dell’adozione più sublime.
In questo caso infatti la donna adotta la vita fin dalla sua primissima cellula biologica, la riceve, la
accompagna esattamente come una madre. Non la fa sua; è come sua, lei ne fa una persona non il
congelatore.
Se le donazioni, tutte, cuore,reni,cornee, pelle, midollo, ossa, tutte rappresentano il meglio della
solidarietà tra persone, come potrebbe essere immorale la fecondazione donata? Usiamo l’aggettivo
“eterologa”che rimanda all’estraneità quando dovremmo sostituirlo radicalmente con “donata”.
Nel sostenere questo punto di vista, non mi sento laicista.”Religioso” piuttosto, per dire legato a
qualcosa che di materialista non ha un bel nulla.

VENERDI’ 14

Il procuratore

Faceva un’afa malese a Palazzo Grimani, sede veneziana della Corte d’appello, durante l’investitura
del nuovo procuratore generale, in sostanza il magistrato numero uno del Veneto. Ennio Fortuna, 68
anni, ciociaro trapiantato da una vita a Mestre, ritorna così praticamente a casa dopo aver fatto il
procuratore della Repubblica a Bologna e Firenze.
Nonostante la formalissima occasione, Fortuna ne ha dette di cotte e di crude soprattutto contro i
formalismi dell’intera macchina giudiziaria, e in particolare della Cassazione, che fanno durare i
processi anni e annorum. Finalmente una voce di buon senso, ho pensato da cittadino.
La sua premessa di fondo è lapidaria:”Nella giustizia italiana non funziona nulla se non funziona
tutto.” Non bastasse,il ministro della Giustizia Castelli propone ora una riforma che non una “toga
rossa” ma un uomo indipendente come Fortuna definisce con due aggettivi e due avverbi di

pietra:”Assolutamente esiziale e certamente incostituzionale.” Infatti, lui, il procuratore generale
veneto, sciopererà per la prima volta in 43 anni di carriera.
Andiamo male, e Fortuna ha tratto esempi dalla realtà non dalle scartoffie.Leggi sulla carta valide
si rivelano spesso ingestibili, per mancanza di strumenti e/o di praticità.Un banalissimo reato di
ingiuria può far sprecare anche quattro udienze .
Andiamo avanti. Introdotti un anno fa per disboscare il processo, i giudici di pace sono già in
ritardo per conto loro, fino a oltre il 2003! E ci vorranno vent’anni per smaltire il contenzioso
tributario.
Meno rito e più efficienza, è la formula di Fortuna, che ha invocato senza perifrasi “criteri
produttivistici” e prassi “aziendalista” per misurare sul campo i risultati. Dobbiamo scendere dalle
cattedre, ha concluso il procuratore.
Anche se il microfono non funzionava bene si è capito benissimo che il magistrato , appena preso
possesso del suo studio al terzo piano, con riposanti paesaggi alle pareti, aveva inviato a braccio un
appassionato avviso di garanzia per i troppi,cronici freni legislativi, burocratici e culturali che
intralciano a morte la giustizia italiana.
Ai tempi della Serenissima Repubblica del Leone, l’”honore” delle sentenze consisteva nell’essere
“giuste et rette et nominate in tutto il mondo”, come documenta Gaetano Cozzi. Solo questo vale.

SABATO 15

La citazione

Peter Tompkins “Dalle carte segrete del Duce:protagonisti dell’Italia fascista nei National Archives
di Washington”, Tropea editore.
“I più felici della piega presa dagli eventi nel 1925 erano gli industriali dell’Italia settentrionale, che
ora esprimevano piena fiducia in Mussolini e nel suo governo, che “assicurava una produzione
disciplinata, pacifica ed efficiente.”In breve tempo fu lanciata negli Stati Uniti una serie di grossi
prestiti.
Uno dopo l’altro i grandi banchieri e agenti d’affari americani arrivarono in Italia per godersi una
vacanza offerta dal governo italiano e per finanziare, in cambio, l’economia italiana da New
York.Quando giunse in Italia, lo stesso J.P. Morgan proclamò che Mussolini non aveva salvato solo
l’Italia dal bolscevismo, ma forse l’intera Europa.
Alberto De Stefani, ministro del Tesoro e delle Finanze di Mussolini, cercava di esercitare un certo
controllo sulla borsa, studiando decreti che tenessero a freno l’orgia speculativa seguita alla
concessione dei prestiti americani.Ma questo non era gradito né ai banchieri né ai grandi uomini
d’affari italiani, che andarono dal Duce e lo fecero cacciare.
A sostituirlo alle finanze, soprattutto grazie all’appoggio delle sue aderenze in America, fu
chiamato il conte Giuseppe Volpi di Misurata, veneziano, di famiglia ebraica,massone di palazzo
Giustiniani. Volpi provvide subito a sgravare le società per azioni da un sovrattassa sull’emissione
di nuove azioni.Come scrisse un corrispondente statunitense:”L’alta finanza ha preso possesso dello
Stato.”