2002 giugno 2 Giornalisti. Giovanni Falcone
DOMENICA 26
Giornalisti
Giovanni Falcone, 1991:”Che rompiballe che siete. Siete peggio delle cambiali, voi giornalisti.”( da
“Storia di Giovanni Falcone” di Francesco La Licata,editore Feltrinelli)
LUNEDI’ 27
Donne
Principessa Haya, sorella di re Abdallah di Giordania:”Noi siamo moderne senza essere occidentali,
tradizionali senza essere estremiste.” (dal quotidiano francese Le Figaro)
MARTEDI’ 28
L’assente
A Pratica di Mare si è fatta la storia, scrivono i giornali. E’ vero dal momento che l’ex “Impero del
male”, come gli americani chiamavano l’Urss, diventa oggi la Russia che mette piede nella Nato,
cioè nell’Occidente armato.
Più storia di così. A patto di ricordare che questa storia viene da lontano camminando sulle gambe
di uomini già dimenticati: in verità, oggi sono stati messi la carta bollata,i timbri e le firme sui
quindici anni che hanno cambiato il mondo.
A Pratica di Mare, per l’accordo tra Nato e Russia, si aggirava soprattutto il fantasma di Mikhail
Gorbaciov , che buttò giù il Muro comunista di Berlino e che fece anche di più come ha chiarito una
nipote di Lenin. Intervistata da Enzo Biagi, disse qualche anno fa:”Il grande merito di Gorbaciov è
che è riuscito a superare il confronto militare con le potenze occidentali.”
Pratica di Mare ha ratificato proprio questo epocale processo, messo in moto unilateralmente dal
coraggio di Gorbaciov fin dal 1988, quando il leader annunciò a New York il ritiro dalle frontiere
con l’Europa di mezzo milione di soldati sovietici assieme a diecimila carri armati e a un migliaio
di aerei da combattimento. Quel giorno l’Occidente non credeva alle proprie orecchie, ma era
cominciato il post comunismo.
Gorbaciov avrebbe insistito, fino alla fine del suo potere. Ragionava: noi del Patto di Varsavia
abbiamo due milioni di uomini schierati; altri due milioni li avete voi della Nato. E scriveva nel
1991:”Le bocce sono state distribuite ed i birilli sono al loro posto”, mettendo a nudo con disperato
sarcasmo gli automatismi del terrore.
Credo sia impossibile afferrare la grandezza di ciò che è capitato da Gorbaciov a Eltsin fino a Putin
se si dimentica quali e quanti incubi avessero alle e sulle loro spalle: Stalin, l’interminabile Urss
stalinista, il comunismo della realtà non delle utopie. Soltanto Trotskij, il bolscevico fatto poi
trucidare da Stalin,aveva intuito tutto già nei primi anni Trenta, e lo racconta nelle sue memorie
anche con un piccolo grande episodio da manuale dell’inganno.
Stalin aveva appena fatto approvare una raffica di decreti che prevedevano la pena di morte per i
ragazzi dai dodici anni in su colpevoli di furto o di “tradimento”, quando apparve davanti alle
cineprese dei cinegiornali di allora. Era tutto vestito di bianco come un papa, circondato di fiori, e
accarezzava con l’aria del buon padre di famiglia i bambini là convocati.
Nell’assistere a questa messa in scena da patriarcale satrapo, Trotskij scrisse nel suo diario:”E’
chiaro che qualcosa di spaventoso si prepara.” Una profezia.
Avrei invitato Mikhail Gorbaciov a Pratica di Mare. Tra banchetti, sorrisi,abbracci e autografi di
ultima generazione, avrebbe portato con sé il volto fedele della Storia.
MERCOLEDI’ 29
Macerie
Avvolto in un drappo nero e in una bandiera a stelle e strisce, è stato rimosso a New York l’ultimo
pezzo delle Due Torri. La sola maceria impossibile da rimuovere è la memoria.
GIOVEDI’ 30
Pianti
Erika piange, Omar singhiozza. Posso confessare che non mi fa né caldo né freddo? Continuo a
sentire soltanto le urla del fratellino, le invocazioni della mamma.
I giudici hanno confermato una sentenza di condanna e, soprattutto, un briciolo di giustizia umana.
La pena va scontata; nella sua radice più antica la parola pena sta a dire “pagare”; pagare e pena
significano la stessa cosa. La giusta pena si paga.
Sarebbero stati crudeli solo i giudici che, a un anno appena dal macello con 120 coltellate, avessero
già oscurato la pena nel nome del ricupero. La fretta anche più vagamente perdonista sarebbe stata
imperdonabile:non si guarisce la malattia del vivere con la malattia della memoria corta.
A mio parere, è troppo presto per un ricupero senza pena vera, dura, meditativa. E’ ancora tempo di
solitudine, dopo mesi e mesi di menzogne, smentite, depistaggi, simulazioni, lucide recite e orrendi
scaricabarile prima di confessare a fatica uno straccio di verità premeditata.
Quei due, intendendo e volendo, devono conoscere ora il silenzio, silenzio segregato per quanto
assistito da familiari e operatori. Finora hanno pianto sulle sentenze più che sul delitto. Anzi, forse
non hanno ancora pianto il delitto a due, né hanno consegnato a se stessi oltre che agli inquirenti il
movente per cumulo d’odio.
Uno psicologo denuncia che i genitori seguono “troppo poco” i figli; uno psichiatra sostiene che la
mamma seguì “troppo” Erika. Mentre si processa pedagogicamente la presunta normalità delle
famiglie, i giudici hanno con saggezza applicato la normalità della pena.
Per adesso sono notorie le lettere che l’assassina scrive per uscire a modo suo dal carcere; anche i
suoi “fidanzati”televisivi sono più o meno noti, e i suoi pianti giudiziari. Soltanto la pena ,
finalmente sentita come tale e come giusta, potrà aiutare lei e l’altro a coltivare rimorsi intimi e
pubblici lungo la tremenda strada del ricupero.
Senza scorciatoie. A ciglio asciutto.
VENERDI’ 31
Export
Le ultime statistiche confermano che il Nordest esporta più di tutti. Dev’essere il gene serenissimo;
sette secoli fa il giovanissimo Marco Polo del Milione viaggiava fino all’impensabile non per fare il
turista o il cronista ma il mercante.
SABATO 1
La citazione
Da “Le parole del mare”, a cura di Valeria Serra, editore Baldini&Castoldi.
Ernest Hemingway (da Il vecchio e il mare):”Il vecchio intendeva dirigersi al largo e si lasciò l’odor
della terra alle spalle e remò nel fresco odor dell’oceano del primo mattino. Pensava sempre al mare
come a “la mar”, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne
parlano male. Ma sempre come se parlassero di una donna.”
Lyall Watson (da Il libro del vento):”Tra tutte le forze naturali il vento è la più enigmatica. Intanto è
invisibile. Può alzarsi furtivamente uscendo dal nulla e solleticarci dietro il collo oppure può
scaraventarci distesi faccia a terra. Non ha forma propria, né dimensioni, né odore, né sapore né
suono. Tutte le sue proprietà sono prese a prestito…Il vento è sfuggente, mobile, fuggitivo, difficile
da definire e impossibile da ignorare.”
Guy de Maupassant (da Sull’acqua):”Il mare, è vero, spesso è duro e cattivo; ma allora grida, urla, è
leale, il gran mare; mentre il fiume è silenzioso e perfido.”
Claudio Magris (da Un altro mare):”Voleva scrivere del suo viaggio, del bene e del male di partire,
di quel pericoloso e indegno amore di sé che c’è nella nostalgia e nel desiderio di ritorno e che
rende schiavi, come ogni amore di se stessi.Questo viaggio non sarà una fuga, partire un po’ morire,
ma vivere, essere, stare fermi. Saranno le paure, le ambizioni, le mete a fuggire e a svanire.”