2002 giugno 9 Mondiali di Corea Giappone
2002 giugno 9 – Mondiali in Corea Giappone –
Per adesso la cosa in assoluto migliore del Mondiale è Luisa Corna in tv, brava, simpatica,
bellissima; la cosa peggiore siamo noi giornalisti, almeno quando la sacrosanta polemica entra a
gamba tesa sul fair play . Per quanto io ami da sempre il calcio plebeo, le passioni da curva sud e
dunque le nostre sane baruffe da osteria, sono rimasto di… quella robina là nell’ascoltare e nel
leggere sondaggi o titoli dell’altro mondo.
Per non generalizzare, conviene precisare con un paio di esempi.Il Processo di Aldo Biscardi ha
proposto ai suoi fedeli ultrà il seguente quesito:”Trapattoni merita di continuare a fare il Ct.?”
Conosco Biscardi da una vita e siamo veri amici; sarò quindi l’ultimo al mondo a stupirmi per le
biscardate che trasformano ogni partita in una Pearl Harbour o in un’offensiva sul Piave. Ai nostri
tempi, un raffinato inviato speciale lo chiamava affettuosamente “mito”.
Ma soltanto ipotizzare il cambiamento del Ct. in corso d’opera è una minchiàta pari a quella da altri
invocata vent’anni fa a carico di Enzo Bearzot in Spagna, dopo lo stentato avvio della sua
prodigiosa Nazionale. Per carità di patria, mi rifiuto di ipotizzare che cosa sarebbe successo allora
dando retta in quattro e quattr’otto ai ricorrenti raptus all’italiana.
Ho anche preso “Tuttosport”, il cui titolo di prima pagina ieri faceva così:”Trap, cambia oppure
vattene”! Al confronto, perfino il sondaggio di Biscardi sembra moderatamente andreottiano. Lo
dico nonostante la simpatia per “Tuttosport”, che fu tra l’altro il primo quotidiano ad assumermi
quando lavoravo a Milano e che , da primi della classe, i colleghi della “Gazzetta” sfottevano
chiamandolo “Tuttostort”.
Senza fare a mia volta tragedie shakespeariane, mi domando soltanto come si faccia a considerare
Trapattoni da licenziamento in tronco o quasi dopo una rapina a bandierina armata quale è stata la
sconfitta contro un’ottima Croazia. Caro Processo e caro Tuttosport, ma siamo tutti diventati matti
noi viziosi del calcio?
Non ci sono movioloni o masochismi o fanfaluche che tengano. Pur con tutto quel che ci girava
male in campo, l’Italia i suoi tre gol li aveva fatti, tutti regolarissimi, a cominciare proprio
dall’ultimo, che per comodità diciamo di Inzaghi anche se il centravanti del Milan non l’ha
nemmeno accarezzato perché trattenuto. Se fallo di gioco ci fosse stato, era semmai del difensore
croato, stop: non bariamo per favore, confondendo i furti con destrezza del guardalinee con i meriti
degli avversari.
Sostenere che, forse, la squadra se la sarebbe cavata meglio partendo con la coppia Vieri & Inzaghi
è più che sensato. Lo sostengo anch’io,e non da oggi, ma va detto aggiungendo un “forse” perché
non era affatto scritto nella Bibbia che sarebbe andata proprio così visto che la nazionale ha bucato
in difesa ( dopo l’uscita di Nesta) più che in attacco ( anche prima dell’ingresso di Inzaghi).
Per ragionare sul tema, quanto mi piacerebbe che ci fosse ancora Gianni Brera tra noi. Imbottiti di
assi e di attaccanti, Francia e Portogallo si sono fatti molto male nonostante avessero di fronte
avversari di ordinaria difficoltà. E se sta in panchina Crespo, può starci anche Del Piero.
La più bella azione vista finora a questo Mondiale è del Camerum: quattro passaggi verticali e in
contropiede , terzino, mediano, regista, centravanti, gol. La più essenziale è dell’Italia: Di Biagio
con un lancio da balestra per Vieri,gol.
Ricordo, nella finalissima di Madrid 1982, una trama da manuale contro la Germania. Scirea
(battitore libero) per Bergomi (terzino di primissimo pelo); in area di rigore tedesca!, Bergomi
restituisce a Scirea che libera al tiro Tardelli (centrocampista): gol da cineteca senza nemmeno la
più vaga partecipazione di un attaccante. Questo per dire che nel calcio misterioso e gaudioso
contano molto anche le distanze, gli equilibri, gli assetti, la compattezza degli spazi.
Il Trap ha vinto tantissimo in vita sua, da giocatore come da tecnico.Non è infallibile – chi lo è?- ma
non è nemmeno un cacasotto o un millantatore di schemi. E’ il Trap, prendere o lasciare, che
conosciamo da una vita e del quale, dopo il 2-0 all’Ecuador, i suoi licenziatori d’oggi dicevano che
aveva indovinato tutto.
Ci tocca il Messico, questo soltanto conta adesso, da battere 1-0 per evitare i pomodori. Ieri mattina
l’ho visto vincere sull’Ecuador, potendo dargli altri 5 gol ma potendo prenderne altri 4.
Una squadra come l’Italia, che si candidava fino a ieri a vincere il Mondiale, deve bersi il Messico
come una sangrìa del miglior vino rosso, tutto d’un fiato, rabbiosamente, senza scuse. Mostrando in
campo i testicoli che dico io, su quel prato non dovrà più crescere l’erba.
Modulo Attila.