2002 luglio 14 Africa

2002 luglio 14 – Africa

Da uomo della strada, che ogni mattina compra i giornali assieme al latte e al pane, mi aspettavo
che il presidente Berlusconi disertasse Maurizio Costanzo per convocare d’urgenza il governo. Mi
aspettavo che i telegiornali interrompessero le trasmissioni e che i quotidiani uscissero in edizione
straordinaria. Che la Chiesa si inginocchiasse in preghiera. Che sospendessero le sfilate di
Valentino. Che, Cofferati o no, si svolgessero assemblee spontanee sui posti di lavoro. Che tanta
gente in vacanza chiudesse gli ombrelloni per tornarsene mestamente a casa.In parole povere mi
attendevo da parte nostra lo stessa angoscia che avrebbe dovuto colpire, allo stesso modo e allo
stesso tempo, il mondo intero. Mi aspettavo l’Onu in seduta permanente.
Nel giro di pochi giorni infatti è stata resa universalmente nota una serie di dati (certi) e di
previsioni (fondate) da far impallidire perfino l’11 settembre, tenuto anche conto dell’autorevolezza
delle fonti. Non si tratta di qualche eccentrico professore catastrofista o di qualche associazione
globalmente menagrama, ma del Rapporto del Wwf mondiale con sede a Cambridge, del messaggio
del prestigioso Worldwatch institute, delle proiezioni delle Nazioni Unite, del vertice mondiale
della Fao, del censimento dell’Organizzazione mondiale della sanità e dei calcoli di un colosso
mondiale delle assicurazioni.
Trascurando i dettagli, il quadro della settimana è presto detto.Ogni quattro minuti una persona
muore di fame e il segretario dell’Onu, Kofi Annan, ha ufficialmente fatto un numero:”Ci sono 800
milioni di persone affamate.”
Il contagio dell’Aids ha ridotto a 40 anni la speranza di vita in alcuni paesi africani mentre sta
investendo la Cina, che entro due anni avrà più ammalati di qualsiasi altro paese al mondo. Gli
orfani per Aids sono già 14 milioni e , cifre alla mano, si prevede che nei prossimi anni la nuova
peste farà tanti morti quanti la seconda guerra mondiale: 3 milioni nel solo 2001, pari al genocidio
praticato dai khmer rossi di Pol Pot in Cambogia.
Ma andiamo avanti perché adesso viene il bello, si fa per dire. Invece che ridursi, aumenta l’effetto
serra che riscalda la terra tanto da far ritenere che nel 2065 i costi provocati dal clima impazzito
saranno pari all’intero Pil del pianeta, come dire che da soli si mangerebbero tutto ciò che produce
l’economia mondiale. Non so se mi spiego, eppure il peggio deve ancora arrivare e non mi riferisco
banalmente al boom globale di cavallette e zanzare.
Attraverso tutta una progressione di indicatori che qui trascuro per andare al sodo, il Rapporto
planetario 2002 del Wwf giustifica per il 2050 il seguente scenario: con una popolazione di 9,3
miliardi di abitanti, cioè con tre e passa in più rispetto all’attuale, ci vorrebbero due pianeti come la
Terra per far fronte ai consumi di cereali,carne,pesce e legno. Ma poiché la Terra è una sola e non
ne abbiamo una di riserva, il rapporto ci avverte che è finita. Finita,senza appello, chiuso per lutto.
Per figli,nipoti e pronipoti, il 2050 è dietro l’angolo, assolutamente a portata di mano. Ma ci
rendiamo conto?
La reazione di noi tutti è al contrario vicinissima all’indifferenza.Un orecchio pigro al televisore,
un’occhiatina ai titoli, e via, come se ci parlassero non di casa nostra ma di un pianeta lontano
milioni di anni-luce. Insomma di qualcosa che non ci riguarda nemmeno di striscio.
Secondo me, siamo tutti dei pazzi. Facciamo i salti di gioia all’annuncio che nel 2010 sarà
inaugurato il Passante nordestino di Mestre, e ce ne freghiamo sonoramente di fronte alla
prospettiva che nel 2050 si circoli soltanto trasferendoci in massa su Marte!Sembra una battuta ,
eppure ci sono plotoni di scienziati che ci stanno pensando sopra.
I casi sono drammaticamente due. O le previsioni sono fondate,e allora il mondo non dovrebbe
perdere nemmeno un minuto, che è già tardi. O gli scenari sono virtuali, e a questo punto dovremmo
almeno chiederci perché il meglio della ricerca umana continui a spararle grosse a solo beneficio
della marmellata dell’informazione.
Ho chiesto a dei ragazzi che cosa ne pensassero.Grosso modo non ci credono; se si preoccupano a
metà, é perché non ci credono abbastanza. O, per dirla meglio, sono convinti che prima o poi

l’uomo si inventerà qualcosa di risolutivo anche per i suoi enormi guai all’orizzonte. Perciò
diffidano di allarmi e futurologi quanto di oroscopi e di maghi.
Forse, di fronte alla morte annunciata della Terra, sia l’indifferenza che l’incredulità nascondono a
guardar bene un ultimo ottimismo nella cara vecchia amata Scienza. Non so dire se questo
atteggiamento sia da superuomini suicidi o da positivisti del terzo millennio, ma sono arciconvinto
che la Tecnica sia il meglio dell’uomo e l’Ignoranza il peggio.
Nella mia ignoranza, trovo fantastica una ricerca del 1985. I fisici calcolarono allora che un secolo
dopo, dunque nel 2085, il fabbisogno totale di energia del pianeta Terra sarebbe aumentato di 5,2
volte,a causa dello sviluppo dell’umanità.
Ma, pur tuttavia, stabilirono che quel quintuplicato fabbisogno di energia nel 2085 rappresenterebbe
nient’altro che un miserabile 0,27 per mille di tutta l’energia che il Sole fornisce in un solo anno
alla Terra! Ce lo immaginiamo il giorno in cui, dopo aver sfruttato carbone,petrolio,atomo,vento e
mare, gli uomini riuscissero a utilizzare questa infinita risorsa?
Probabilmente, è la speranza che fa sotto stimare il pessimismo. In fondo, basterebbe un
preservativo a bloccare l’Aids e ad arginare la demografia.