2002 maggio 12 Barrichello fermato dal box Ferrari
2002 Maggio 12 – Barrichello fermato dal box Ferrari
Caro avvocato Agnelli,
lei è appena volato a New York per curare un malanno tipico dei maschi e dell’età, ragion per cui
mi rendo benissimo conto che ha ben altro cui pensare. Però, fatti da parte nostra gli auguri di
prontissima guarigione, credo che le tocchi occuparsi anche di ciò che é capitato ieri con la Ferrari,
che è della Fiat, dunque sua come la Juve, squadra al cui “stile” lei si è da sempre personalmente
dedicato. “Stile Juve” si diceva, pensando che si potesse per simmetria ipotizzare anche uno “stile
Ferrari” a 18 mila giri.
Ebbene, sul circuito di Zeltweg, la Ferrari ha impensabilmente massacrato lo stile Ferrari, lo stile
Agnelli, ogni stile di scuderia ma anche ogni tornaconto di marchio. Lei converrà infatti , ne sono
sicuro, che i quattro punti in più a Schumacher rappresentano, in queste condizioni e a questo
prezzo, l’esatto contrario di un investimento se confrontati con la paurosa perdita di immagine, di
fair play, di buone maniere competitive: mi riferisco fra l’altro al mercato e allo spettacolo
planetario, senza neanche scomodare la romanticheria dello “sport”. Acqua passata, questa.
Il brutto è che la Ferrari ha fatto marketing alla rovescia nel momento più strepitoso della gestione
di Luca Montezemolo, cioè nel momento in cui lo squadrone delle rosse poteva prendersi tutti i
lussi possibili e immaginabili, compreso quello di risparmiare a Rubens “Obbedisco” Barrichello
una frenata sul traguardo che resterà negli annali della Formula uno. Ma, beninteso, come simbolo
di tutto ciò che non si dovrebbe fare.
Maranello si sta dimostrando oramai la fabbrica più brava al mondo, con i motori migliori, con gli
assetti migliori, con il team migliore e con le tattiche migliori al servizio del pilota numero 1 e di un
secondo pilota di qualità. Forse lei sarà di diverso parere, caro avvocato, ma la superiorità della
nuovissima Ferrari è perfino imbarazzante per la Bmw e la Mercedes. Allora, santo Dio, perché fare
in Austria una figuraccia del genere?
Quando combatteva i Mondiali all’ultimo cordolo e all’ultimissimo punto, la Ferrari aveva le sue
buone ragioni per sacrificare il secondo pilota al primo. Nemmeno allora era bello a vedersi, ma
almeno aveva una sua ferrea logica di squadra.
Stavolta no, questa volta il suo dominio risulta talmente netto che la Ferrari doveva tacere dai box di
Zeltweg.. Doveva buttare via una volta tanto le preziose cuffie di Jean Todt e lasciare che un pilota
serio e disciplinato si conquistasse ciò che aveva già vinto.
Todt ha creduto di fare un favore a Schumacher: invece, lo ha umiliato, lo ha fatto passare in
mondovisione per un raccomandato. Lui che è il pilota più forte in circolazione e che non ha
bisogno di questi regali, è sceso dal suo podio abusivo come se avesse rubato in chiesa. Si è
comportato bene da parte sua.
Caro avvocato Agnelli, a guardare bene ieri non è andato tutto male per la Ferrari. Ma sa perché
dico questo ? Perché il pubblico ferrarista ha fischiato la Ferrari, ha dimostrato di non gradire la
manfrina, ha manifestato uno straordinario orgoglio nazional-popolare. Segno che, nel bene e nel
male, il popolo di Maranello è davvero speciale.
Da New York, per favore, metta una pezza di stile a questa domenica di box senza stile.