2002 marzo 24 Bene Carmelo Bene
DOMENICA 17
Bene
Carmelo Bene, uomo di teatro:”Dio, io so che non c’è, e per questo ci credo”. ( da Repubblica )
LUNEDI’ 18
Dante
Dei versi del Paradiso di Dante, recitati da Roberto Benigni al recente festival di San Remo, un
liceale padovano mi propone per gioco di ricordare i tre preferiti. Lo faccio più che volentieri,
andando però a sfogliare una Divina Commedia che, confesso, non riaprivo da almeno trent’anni.
La terzina più bella, tra quelle dedicate alla Vergine Madre, è a mio timido parere questa:
“Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo dell’etterna pace
così è germinato questo fiore”.
Il “caldo” dell’amore mette al sicuro, come in una moderna serra , e fa nascere il fiore antico che
salva. Semplicemente stupendo, anzi divino.
Certo, soltanto un geniaccio come Benigni poteva nel 2002 parlare con le parole di Dante a 16
milioni di telespettatori in diretta , fra un’Alexia e un Pippo. Da ex smemorato studente, quella sera
ho fatto una gran fatica a capire al volo ogni verso, ma cogliere tutti i significati della nostra prima
lingua italiana era a guardar bene la sola cosa che non importava proprio a nessuno. Bastava intuire,
e basta.
Contavano soltanto la musica della poesia e la densità dei pensieri, emozioni queste così primitive e
di massa che potevano benissimo fare a meno di erudite note esplicative. In pieno festival dei
giovani, Dante non era poi così male come paroliere…O no?
MARTEDI’ 19
Diritti
Tra le tante civilissime leggi della Svezia, mi ha sempre colpito fin dagli anni Settanta quella che
impedisce ai giornali di pubblicare il nome di un condannato quando la pena inflitta è inferiore ai
due anni di carcere.Tra i diritti (privati) della persona e il diritto-dovere (pubblico)
dell’informazione, in questo caso prevale il primo sul secondo in base a un criterio giuridicamente
di modica quantità, se così posso chiamarlo.
Pena modesta, modesta la notizia, che dunque va data con la rilevanza che si preferisce ma senza
nome e cognome, affinché la sua pubblicità non finisca per penalizzare il condannato più della
stessa condanna penale.Applicata in Italia, una legge di questo tipo ci farebbe fare dalla mattina alla
sera un formidabile salto di qualità giudiziaria, contro la tendenza a praticare il garantismo con i
pesci grossi e il giustizialismo con i piccoli.
Se finora non ha provveduto la politica, potremmo autoregolarci noi, giornalisti, basta volerlo. Non
sarebbe la prima volta che il “ fai da te” vede e, provvidenzialmente, provvede.
MERCOLEDI’ 20
Culle
Dice Ciampi a Padova:”Una società senza culle non ha fiducia nel futuro”. Capisco il presidente ma
insisto sul credere che la non-fiducia riguardi il presente più che il futuro, nel senso che la nostra
società sta facendo troppo poco, a volte nulla, per la donna.
Per fare la rivoluzione del lavoro, la donna ha dovuto rivoluzionare la famiglia. E la famiglia ha
fatto pagare il costo del benessere soprattutto alla maternità: i conti non tornano.
Mentre la donna si è conquistata da sola la libertà sociale, la società la lascia poi molto sola nel
sostenere il peso maggiore delle “culle”. Così, precipitati in questi anni sotto lo zero della natalità,
siamo ora costretti a festeggiare l’avvenuto annuncio del ritorno alla crescita zero!
La donna è riformismo in carne e ossa, questa la verità. Chi facesse una politica radicalmente di
servizio per la donna, lavorerebbe per la famiglia e per le culle vacanti quanto per la società nel suo
insieme.
GIOVEDI’ 21
Paesi
Degli ottomila Comuni italiani ben 5.865 sono sotto i cinquemila abitanti. In Veneto, su 581
municipi, soltanto 44 vantano più di 15 mila abitanti mentre il 70 per cento d’essi non arriva ai
cinquemila abitanti . L’Italia è il Paese dei paesi. Anche per questo, con il Nordest in testa, è il
Paese dei cinque milioni di partite Iva: il capitalismo comunale, in polvere.
VENERDI’ 22
Carolyn
Coreografa, danzatrice, maestra della danza contemporanea, Carolyn Carlson ha concluso il suo
quadriennio come direttrice e artista della Biennale Danza .Venezia già la rimpiange, per il duro
lavoro, per i sogni d’acqua, per il gesto magico, per il rigore dell’invenzione, per le infinite allusioni
d’amore. Per le sue mani danzanti.
SABATO 23
La citazione
Roberto Alajmo da “L’arsenale delle apparizioni”, edizioni La Biennale di Venezia.
“David Larible negli ultimi dieci anni è diventato il clown più famoso degli Stati Uniti.Sostiene che
c’è molta retorica, molto romanticismo nel dipingere il circo come il luogo dell’anarchia e della
libertà. Dice:”In realtà noi siamo molto più schiavi del lavoro di un impiegato di banca. Bisogna
lavorare anche col naso rotto e con una caviglia slogata. Non possiamo darci malati”.
Cita Joe Di Maggio ( il più grande giocatore americano di baseball, ndr). A chi una volta gli
chiedeva perché mai giocasse ogni incontro al massimo delle sue possibilità, e fino alla fine, Di
Maggio rispose:”Perché penso sempre che fra il pubblico ci può essere qualcuno che mi vede per la
prima volta”.
Una volta David andò a fare uno spettacolino in un reparto ospedaliero. Il pubblico era composto
esclusivamente da bambini malati di Aids. Li fece ridere tutti, tranne uno.Uno rimase del tutto
indifferente.
Ancora oggi, fra tutti, ricorda solo lo sguardo di quell’unico che nemmeno sorrise.”