2003 dicembre 21 Nedved
2003 dicembre 21 – Nedved
Udinese intercontinentale! Va a san Siro e mette sotto il Milan dei piedi vellutati con la freddezza
di coppa di un Boca Juniors. Con Fava, il goleador che viene dalla serie B, calcia in rete un destro
alla Nedved, da pallone d’oro. E fa il secondo gol con una punizione tremendista, fornita di fiocco
rosso come i regali di Natale. Il Friuli sentitamente ringrazia, e non solo.
E’ l’Udinese la squadra del giorno, a ridosso della zona scudetto, da sempre bandiera della migliore
tradizione provinciale più dello stesso portentoso Chievo delle ultime annate. Sono queste squadre il
vero miracolo del nostro calcio.
Ma ci rendiamo conto di come stanno certe metropoli? Napoli vive faticosamente in serie B; a
termini di regolamento Firenze dovrebbe giocare ancora in serie C. La Capitale ha entrambe le
società in sofferenza finanziaria senza precedenti: la Lazio paga l’eclissi totale della Cirio, come il
Parma il crack della Parmalat, mentre la Roma é in vendita con una montagna di debiti. Parlano i
bilanci di un rosso tramonto.
L’Udinese ha 15 mila abbonati e uno stadio bello ma fin troppo grande per questi tempi televisivi.
Avesse un impianto su misura e vivibile attraverso altre attività redditizie, all’inglese insomma, la
squadra riuscirebbe a raccogliere addirittura più punti in casa. Ha ragione Giampaolo Pozzo
quando cita come esempio il vecchio caro stadio Appiani di Padova: “ Con i tifosi a ridosso dei
giocatori – ricordava tempo fa l’azionista di riferimento friulano – Nereo Rocco si trovava alla fine
con dieci punti in più in classifica.”
Stordendo il Milan, l’Udinese ha dato un calcio anche agli equilibri dello scudetto 2004 ma é
chiaro che questa Roma basta e avanza, da sola. E’ tecnica quanto il Milan però più veloce e ha
imparato dalla Juve ad essere spietata quando serve. Soprattutto ha una voglia tutta romanista di
supremazia; ha perso un po’ di nevrosi vittimista rispetto all’anno scorso e riacquistato il fisico del
ruolo per un campionato di testa.
La differenza tra Roma e Juve é simbolicamente la stessa che passa adesso tra Totti e Del Piero.
Totti fa il pallonetto, Del Piero il muso. Totti appare più giovane nell’istinto a vincere; Del Piero
invecchiato in qualche umore interiore. I campioni sono così, possono velarsi con un niente di
forma o illuminarsi al massimo dei loro kilowatt. Anche la classe osserva a volte strani bioritmi,
come ha dimostrato più volte l’Inter dei Recoba di turno.
Modelli di stabilità sono da anni Pavel Nedved e Paolo Maldini, due “Palloni d’oro” del calcio
mondiale anche se i premi preferiscono da che mondo é mondo gli attaccanti ai difensori, chi fa i
gol a chi li impedisce. Ma, ciò premesso, Nedved merita tutto ed é oggi il giocatore più decisivo
della Juve.
Con quei capelli biondi al vento, sarebbe piaciuto a uno scultore del Rinascimento. Fin da ragazzo,
il padre lo abituò a pesantissimi carichi di allenamento e a usare entrambi i piedi per calciare. In
alcuni ondeggiamenti sulla trequarti mi ricorda Helmut Haller ; nella rapidità della battuta l’inglese
Lineker. Ma sono ricordi lontani, polvere di stelle perdute.
Pavel Nedved, nato nei dintorni di Praga, é soltanto Nedved. Un asso del moto perpetuo.