2003 febbraio 3 La tv in Italia
2003 Febbraio 3 – Televisione/1
Uno scrittore inglese ha spiegato che la televisione italiana punta più sulla quantità che sulla qualità.
Saranno dieci anni che ce lo diciamo in Italia; dove sarebbe la diffamazione?
Lady Quirinale – la signora Ciampi – se la prese con la “tv deficiente”. L’inserto Alias, del
quotidiano “Manifesto”, sostiene che la tv “diffonde idiozia e analfabetismo culturale”.
Ma c’è sempre stata tv e tv, basta scegliere tra il peggio, il meglio e il decoroso.Ogni italiano ha o
non ha il libro che si merita, il giornale e l’Internet che si merita. Tutti gli italiani hanno la tv che si
meritano.
Se 18 milioni di italiani non leggono libri né giornali, affari loro, si tengano la tv: quantitativa o
qualitativa fa lo stesso. E’ una questione di costume vecchia come il cucco, non di palinsesto.
Se è vero che la tv diventa spazzatura per avere più telespettatori da vendere alla pubblicità, è chiaro
che noi in poltrona abbiamo sempre due possibilità. Decidere il successo della tv mascalzona o
decretarne l’insuccesso.
L’audience è la pistola del telespettatore, la sua ammazza o salva programmi. Ma se preferisce
ricevere le immagini con la passività di un sacchetto delle immondizie, si accomodi.
Sento un sacco di gente che si lamenta per la pochezza di ciò che puntualmente guarda in tv. E che
dimostra di non perdere nemmeno uno dei programmi che dice di disprezzare.