2003 febbraio 6 Baggio e Trap
2003 febbraio 6 – Trapattoni- Baggio in Nazionale
Caro Giovanni Trapattoni,
sono uno degli ultimissimi moicani che si fidano tuttora di te come allenatore della patria azzurra.
Mi sei sempre piaciuto un sacco per aver sempre lavorato seriamente riuscendo sempre a far
divertire, il che per me è il massimo nel calcio. Hai peccato venialmente anche durante quello schifo
di Mondiale di Corea, dove l’Italia è stata più che altro vittima di una rapina a mano armata e a
volto scoperto. Solo che adesso non ti capisco più; anzi è la prima volta che non riconosco più il
caro vecchio “Trap” che da una vita sorride in te .
Fammi capire. Hai a disposizione un giocatore che si chiama Roberto Baggio. Evito di raccontarlo
anche perché lui è capace di raccontarsi meglio, ogni domenica, in campo. Senza contare che
proprio tu, per anni compagno di merende di Gianni Rivera, sai meglio di tanti altri apprezzare
quella misteriosissima sostanza che si chiama classe. O genio.
Secondo i classici il genio era addirittura un soffio divino. Per un raffinato scrittore americano, che
ha studiato a fondo 100 uomini fuori del comune, il genio si distingue dalle persone comuni come
me e te perché aspira allo straordinario.
Nel suo ramo, Baggio è un genietto. Come gli Zico di un tempo o i Totti e i Del Piero di oggi, lui
frulla terra, erba, bulloni, parastinchi, tossine e gomiti riuscendo a tirarne fuori straordinarie
consolazioni dell’occhio e del piacere. A volte recita il gol da solo; molte altre volte ne suggerisce
la battuta quasi fosse su un palcoscenico di teatro a ricordare il copione agli attori di contorno.
In poche parole, ci siamo capiti. Baggio è Baggio, un marchio che parla da solo. E del resto ricordi
che cosa diceva di te Nereo Rocco nella nostra indimenticabile Milano degli anni Sessanta? “El
Trap xe el Trap”, concludeva ogni volta che doveva spiegare senza spreco di parole la tua
affidabilità tattica.
Veniamo al dunque e cioè ai 36 anni di Baggio, già tanti per un calciatore. Hai ragione da vendere
quando fai notare che alla sua età è senza futuro in Nazionale. Giustissimo ma , abbi pazienza mio
caro Trap, che cosa te ne frega in questo preciso momento del futuro?
Stiamo parlando di calcio mica della riforma delle pensioni, di amichevoli non di patti di stabilità,
di qualificazioni non di risoluzioni dell’Onu. Se nemmeno il pallone sapesse più cogliere l’attimo
del gusto più popolare, varrebbe la pena di chiudere gli stadi e di riaprire i tanti conventi
abbandonati.
Tu non puoi essere diventato di colpo come l’olandese Van Gaal, cacciato l’altro giorno dal
Barcellona perché ha l’elasticità di una camicia di forza. Baggio è in forma splendida; i test fisici di
48 ore fa dicono perfino che sono aumentate la sua velocità di un km. e la sua tenuta del dieci per
cento.
Con una bandiera del Bel Calcio come lui non ha nessun senso applicare il militare criterio
dell’anagrafe. Nel suo caso non gioca il passato né il futuro; giocherebbe il presente. Cogli il
giorno, Trap.
Baggio è del 1967 ma Gianfranco Zola, tanto per fare un altro esempio geniale, è del 1966 eppure
confeziona tuttora per il Chelsea gesti memorabili. Giorni fa gli ho visto mettere dentro un calcio di
punizione con un’orbita da piccolo Galileo.
Baggio andrebbe senza esitazione rivestito dalla testa ai piedi di azzurro ma non a furor di popolo e
di Biscardi; semplicemente perché bravissimo, tuttora in palla e molto utile nel ridare anche una
botta di calore a una Nazionale semifredda. Non bastasse, adesso si è rotto anche Del Piero, con
prognosi di due mesi.
Caro Trap, il nostro calcio è messo male e fa baruffa dalla mattina alla sera, tutti contro tutti. Lo sai
?, in una fase così depressa un Roberto Baggio nella tua Nazionale sarebbe la sola notizia che fa
contenti tutti. Magari non risolverebbe da solo i problemi di gioco, ma metterebbe una gran voglia
di accendere la tv e – questa è l’essenza del calcio – almeno di illudersi.
Con tutta la stima, ti consiglio un esercizio di stagione. In queste giornate di febbraio guarda il sole
quando verso sera sta affondando all’orizzonte: uno spettacolo da non perdere. Guardalo, e vedrai
con altri occhi anche il lungo crepuscolo di un nostro eroe dell’effimero. Ciao.